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Poltrone e sofà

Matteo Renzi ha definito l’armata a Cinque stelle, dopo l’assunzione di un rappresentante pentastellato nel Consiglio della Rai “la rappresentanza romana di Poltrone e sofà”. Battuta tagliente e appropriata per un movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatola di tonno e invece in questi anni ha accumulato scatole di tonno per sé, i suoi amici e parenti. Resta un punto politico. La lista in cui compariva Italia viva, ma anche Più Europa e Psi, é stata dunque costretta a sfilarsi dal campo largo che sosteneva Orlando in Liguria. E Azione? Per Azione non vale il veto nonostante il partito di Calenda, contrariamente a quello di Renzi, non abbia fatto domanda di ammissione al campo largo. Non é contraddittorio? Così come non é contraddittorio che il veto valga solo per la Liguria e non per l’Umbria e l’Emilia-Romagna? A meno che in un secondo momento si estenda anche a queste due regioni. E non é impolitico il fatto che, mentre Più Europa e, pare, il Psi, accettino di scostarsi dal campo largo riproponendo l’alleanza con Italia viva in una collocazione autonoma, Azione resti pietrificata e muta nel triangolo disegnato da Conte (Pd, Cinque stelle, Avs) con le funzioni di pennello a colori? Read the full story »

30 Settembre 2024 No Comments 58 views

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L’Italietta
L’articolo odierno di Angelo Panebianco sul Corriere odierno sul comportamento degli europarlamentari italiani rispetto all’uso delle armi in territorio russo é da sposare appieno. Così come la risposta del figlio di Andreotti alle accuse ad un “famoso uomo politico” sull’omicidio del generale Dalla Chiesa formulate da sua figlia Rita, deputata di Forza Italia, sposate da tempo dal fratello Nando, già parlamentare della Rete di Orlando. Dunque da Fratelli d’Italia a Sinistra italiana e Verdi passando per la Lega, Forza Italia, Pd e Cinque stelle l’Italia é stato l’unico paese che ha unito l’intero arco politico a un no all’uso delle armi inviate dall’Europa per smantellare lebasi militari russe che sparano bombe sulla città ucraine, ovvero contro il paragrafo 8 della risoluzione, che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. Le eccezioni sono state poche: nel Pd da segnalare Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini, mentre sei europarlamentari tra i quali il presidente del partito Stefano Bonaccini sono usciti dall’Aula e Giorgio Gori, assente, ha fatto sapere che avrebbe votato sì. Un paio di defezioni anche in Forza Italia. Dagli altri partiti nessun distinguo. Cosi l’Italia si isola ancora una volta non solo dagli altri grandi paesi europei, la Germania, la Francia, ma anche dai gruppi parlamentari di riferimento. Il gruppo socialista a cui aderisce il Pd ha votato sì come il gruppo popolare a cui aderisce Forza Italia. E fin qui… La massima contraddizione sta nel fatto che Fratelli d’Italia, Forza Italia e Pd hanno invece votato la risoluzione (il voto finale era comprensivo di tutti gli articoli) che conteneva anche l’aborrito articolo 8. Una bella immagine dell’Italia, con una politica estera chiara, coerente, coraggiosa. Una vergogna. Un senso di profonda nausea mi ha provocato questa dimostrazione da saltimbanchi. Prima no e poi sì. Che é poi l’atavica posizione italiana che avevamo, con Craxi e De Michelis, ma prima ancora con De Gasperi e Moro, tentato di cancellare. L’Italia dei timori, delle reticenze, dei valori spaccati a metà. L’Italia dell’amore del Diavolo e l’Italia degli atei devoti di cui parla Panebianco. L’Italia che, per bocca di Rita della Chiesa, accusa un “famoso uomo politico” di responsabilità nell’omicidio di suo padre ma non dice il nome e gli risponde il figlio di Andreotti che ha capito bene come abbiamo capito tutti noi a chi si riferisse. Un’Italietta, pizza, mandolino e spaghetti. Quella della guerra a metà, delle armi a metà, della solidarietà a metà e delle accuse di un omicidio a metà.
26 Settembre 2024 No Comments 54 views

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La tragedia di Carboni e la sua fede socialista

E’ scomparso Armando Carboni, storico socialist del Comune di Bagnolo (Reggio Emilia). Quando era bambino la sua esistenza fu sconvolta dell’omicidio per mano fascista del padre. Quest’ultimo era stato nominato commissario prefettizio e non era stato sostituito dai repubblichini dopo l’8 settembre del 1943. Era accaduto un fatto di sangue per mano partigiana qualche giorno prima. I fascisti si recarono da lui per avere i nomi dei responsabili che Carboni padre non fece. Fu prelevato in casa assieme ad altri antifascisti e fucilato nel febbraio del 1945. Il sangue colò a picco sulla neve ammonticchiata e alla finestra il fratello più grande di Armando vide tutto: l’mmagine dei condannati a morte, il plotone di esecuzione che sparava, Il padre che cadeva senza vita. Armando, prima socialdemocratico e poi dal 1966 socialista, era un tipo che non ci mollava mai. Autonomista convinto sempre, dopo la fine del Psi ad ogni elezione in cui non comparisse il simbolo socialista lo disegnava da solo e lo votava facendosi di proposito annullare la scheda. Con Armando perdo un amico più grande. Uno che ti invitava a cena perché i tortelli di sua moglie erano i migliori e parlava di politica. Non mancava mai alle riunioni e alle presentazioni dei libri. Aveva un cuore grande, una moglie devota ai suoi ideali e due figlie adorabili. I funerali domani a Bagnolo partono dal monumento ai caduti del Torrazzo, dedicato anche a suo padre, e si concluderanno in Chiesa

 

26 Settembre 2024 No Comments 56 views

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Non rassegnarsi al bipolarismo

Dopo Costa anche la Gelmini e la Carfagna hanno salutato Calenda. Così come Marattin ha dato l’addio a Renzi. E non solo i soli. Il problema sventagliato da tutti costoro é che sia Renzi che Calenda si appresterebbero ad aderire al cosiddetto campo largo. L’hanno fatto nelle tre regioni in cui si vota: Emilia-Romagna, Umbria e Liguria. Renzi, per la verità, si é già dichiarato disponibile a far parte della coalizione comprendente i Cinque stelle e Verdi e Sinistra italiana all’insegna dello slogan da teatrino di periferia: “servono voti e non veti”. E quelli per la verità hanno subito alzato un veto contro di lui, mentre Calenda, per ora, distingue le alleanze regionali da quelle nazionali e per bocca di Rosato insiste nella necessità di creare un centro riformista non alleato con nessuno dei due poli. Read the full story »

19 Settembre 2024 No Comments 78 views

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Salvini, la magistratura e una signora che massacra un ladro

Io la penso in modo opposto a Salvini sui temi dell’immigrazione e anche, come é accaduto a Viareggio, sul diritto medioevale a farsi giustizia da solo. Resto convinto che la difesa dei confini italiani (da chi, dai barbari?) non si possa tramutare in diniego all’attracco di navi come la Open Arms e altre che contengono un carico di uomini, donne e bambini disperati, alcuni ammalati e altri affamati. E’ vero che sono stati inviati medici e generi di prima necessità, ma l’obbligo di un paese civile è di fare sbarcare i profughi, accudirli, verificare il diritto o meno alla permanenza (fuggono da un guerra o da una dittatura, articolo 10 della Costituzione) e in caso contrario di rispedirli nei paesi di provenienza. So bene che si tratta di un procedimento complesso e che il ministro Minniti aveva considerato associato a patti di sviluppo con quei paesi che devono collaborare e non voltarsi dall’altra parte. Si tratta dunque di scelte politiche che dobbiamo combattere sul piano politico. Quando leggo il testo della richiesta di condanna a sei anni di Salvini da parte dell’accusa mi vengono fondati dubbi che si voglia processare non tanto Salvini ma una politica che va contestata e contrastata, ma non processata. Gli accenni al fatto che Salvini abbia agito da solo (e non di concerto col suo partner, i Cinquestelle) che abbia puntato con questo atto a sfondare elettoralmente, citando il 34 per cento ottenuto alle Europee, non riesco a capacitarmi cosa c’entri con un’aula di Tribunale. Sta di fatto che é proprio il decreto sicurezza bis che é stato votato dal governo gialloverde (prima redistribuire e poi far sbarcare) che il piemme di Palermo mette sotto accusa. Ma sotto accusa deve metterlo la politica e non la magistratura, se tale decreto é firmato dal presidente della Repubblica e non é stato dichiarato incostituzionale. Read the full story »

19 Settembre 2024 No Comments 84 views

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Il riformismo, questo sconosciuto

Sabato, come ogni anno, si svolgeranno le iniziative promosse dai parenti e dai compagni di Fernando Santi, in occasione.del 55esimo anniversario della sua scomparsa. Santi era un sindacalista unitario e un socialista riformista. In effetti la parola socialista ha bisogno di una specificazione e quella riformista, assieme a quella liberale, costituisce la sola versione sopravvissuta ai fallimenti e alle barbarie della storia. Ma anche la qualificazione di riformista ha bisogno della parola socialista a cui é storicamente legata. Non é mai esistito un riformismo comunista o un riformismo popolare. Anche negli anni della revisione profonda del Pci Berlinguer mai si definì riformista. Arrivò al punto di qualificare il suo Pci come “conservatore e rivoluzionario”, “di lotta e di governo”, ma, diciamo pure correttamente, non entrò mai nel campo altrui, quello del riformismo. Mai i democristiani, e più in generale gli articolati movimenti cattolici, hanno sposato il riformismo. Anzi, l’hanno saltato a piè pari. Non si contano gli esponenti che uscendo dalla Dc (citiamo negli anni cinquanta il famoso e salace Fortebraccio) finirono direttamente nel Pci (Franco Rodano, Felice Balbo e Adriano Ossicini con la loro rivista Sinistra cristiana) o coloro che addirittura piantarono le tende nella sinistra extraparlamentare. Basti pensare alla storia di due dei fondatori delle Brigate Rosse: Margherita Cagol, nata nella cattolicissima Trento e formatasi nell’associazionismo cattolico, e Renato Curcio, che pur non essendo cattolico veniva comunque dal contesto della chiesa valdese. Non sono casi isolati questi rifiuti del riformismo da parte del mondo cattolico. D’altronde il riformismo non é quell’assoluto del quale un credente ha bisogno. E’ laico, concreto, procede non promettendo il paradiso o la terra dei sogni, ma solo un mondo migliore. Neanche i socialisti, dal 1912 (congresso di Reggio Emilia vinto dal rivoluzionario Benito Mussolini) al 1981 (congresso di Palermo vinto dalla corrente riformista di Bettino Craxi) furono riformisti. Furono progressivamente filo bolscevichi, antifascisti, frontisti, autonomisti, unificazionisti, scissionisti, per la rivoluzione democratica, al governo ma promettendo il socialismo (quale?) domani. Perfino i vecchi riformisti nel dopoguerra non ebbero il coraggio di definirsi tali. Read the full story »

9 Settembre 2024 No Comments 116 views

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Giuliano non è santo, ma…

La più esplicita e chiarificatrice l’ha detta l’ex marito della signora Boccia: “State lontani da mia moglie”. Lo ha ripetuto anche al successore di Sangiuliano e a tutti gli altri. Chi poteva conoscerla meglio di lui? Il povero ministro, oggi dimesso, ha dato retta alla voce del cuore o meglio all’istintivo senso dell’attrazione. La Boccia é belloccia e sopratutto alta, come sua moglie (ho conosciuto molti piccoletti che ritengono l’altezza un’espressione di bellezza in sé), ma soprattutto intraprendente, forse anche di più di tutte le donne che frequentano i corridoi del potere. E molte sono anche riuscite ad accaparrarsi posti e prebende (Berlusconi é arrivato a farle diventare parlamentari o consigliere regionali). Read the full story »

8 Settembre 2024 No Comments 107 views