Una volta la virtù più riconosciuta era la coerenza. Soprattutto in politica, dove le svolte erano generalmente il frutto di revisioni sofferte alla luce di eventi storici. Tale fu quella di Nenni dopo il XX congresso del Pcus e le rivelazioni dei crimini di Stalin e, poco dopo, della tragica invasione sovietica dell’Ungheria. Tale fu quella di Aldo Moro, negli anni del terrorismo, che lavorò, contrariamente a quello che aveva sostenuto in passato, per un accordo parlamentare col Pci. E tale fu la svolta di Occhetto, dopo la fine del comunismo, che, diversamente da Berlinguer, propose di cambiare nome al Pci chiedendo, con la svolta della Bolognina, di iscrivere il nuovo:soggetto all’Internazionale socialista. Ma ditemi voi da quali eventi sono scaturite le diverse e confuse retromarce di tal Giuseppe Conte, iscrittosi alla presidenza del Consiglio da avvocato, grazie ai favori del movimento Cinque stelle. Costui, dopo aver governato con Salvini, e approvato entusiasticamente i suoi decreti sicurezza, in un sol giorno si é trovato confermato presidente dalla sua opposizione, a contestare quegli stessi decreti che aveva approvato. Read the full story »
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Si dice che ogni paragone tra il satrapo tedesco e l’autocrate russo sia fuori luogo. E le differenze non sono di poco conto. Putin, ad esempio, non ha approntato campi di sterminio per gli ebrei. Ma non si possono non riscontrare analogie politiche e anche di comportamento. Partiamo dalla politica estera. Hitler invase la Rurh, i sudeti, Praga, l’Austria senza sparare un solo colpo nel tripudio popolare. Anche Putin ha invaso la Cecenia, provocando 50mila morti, e la Georgia mietendo migliaia di vittime per annettersi due repubbliche, e l’Ucraina, con la carneficina che abbiamo di fronte. Hitler aveva il proposito di restaurare il vecchio impero tedesco, o austrotedesco, dopo l’umiliante sconfitta della prima guerra mondiale che aveva generato le rinunce di Versailles, e intendeva per reazione conquistare l’Europa e seppellire il comunismo, col quale pure era sceso a patti. Read the full story »
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Ho scritto nell’editoriale precedente quel che penso sui diritti dei bambini in Italia. Di tutti i bambini a prescindere da come siano nati. Mi aspettavo che la riuscita manifestazione di Milano si occupasse però anche dei diritti dei bambini ucraini, deportati a migliaia, e non soltanto gli orfani di guerra che avrebbero anch’essi il diritto all’adozione internazionale e a non figurare preda degli usurpatori, ma anche, questo risulta dalle indagini del Tribunale dell’Aja, dei bambini strappati alle loro famiglie e importati in Russia per essere russificati. La Corte penale dell’Aja ha emesso un ordine di cattura internazionale per Vladimir Putin individuandolo “presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa. Read the full story »
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Sono, questi, due termini contrapposti o compenetrati? Possibile che mentre per oltre un secolo la qualificazione di riformista sia stata considerata come sinonimo di moderazione e, di più, di cedimento, adesso sia divenuto patrimonio comune, mentre quella di liberale si qualifichi tuttora come fonte di deragliamento? Cerchiamo di fare chiarezza. Il termine riformista nacque proprio dall’accusa dei massimalisti. Si chiamavano sindacalisti rivoluzionari e all’inizio del secolo scorso accusavano i principali fondatori del Partito dei lavoratori, nato a Genova nel 1892, e che l’anno dopo, col congresso di Reggio Emilia acquisì la denominazione di socialista, di accontentarsi delle riforme e di appoggiare per questo i governi liberali. Read the full story »
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No, non mi riferisco al grande operista tedesco e al suo capolavoro giovanile. Non parlo del Vascello fantasma, noto anche col titolo de L’olandese volante. Parlo ovviamente della brigata Wagner e dei suoi viaggi in mare organizzati in imbarcazioni piene di migranti. Se il ministro della Difesa Crosetto spalleggiato da quello agli Esteri Tajani hanno accusato i wagneriani (ci scusiamo ancora coi cultori del prestigioso musicista) qualche riscontro l’avranno. E poco importa che siano giunte smentite dal Cremlino e offese al governo italiano da parte del capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin. Ingiurie che tutto il Parlamento compatto dovrebbe respingere unitariamente. Se i servizi segreti italiani hanno avuto queste informazioni é lecito pensare che non siano campate in aria. Ma cos’é mai questa brigata o divisione Wagner e per quale motivo essa dispone delle coste libiche e quali sarebbero i suoi propositi sono argomenti tutti da scandagliare. Il tema della migrazione travalica certamente i propositi, ancorché credibili, di questi criminali d’impronta nazista al soldo della Russia. Se i numeri degli sbarchi sono in continuo aumento e se ci attende, secondo la Meloni, una vera invasione (si parla poi di 200mila persone che suddivise tra gli stati Ue non fanno paura a nessuno) occorrerebbe da un lato che finalmente la Ue battesse un colpo sulla questione delle quote, alle quali si oppongono proprio le nazioni di Visegrad, alleate della Meloni, e che dall’altro il governo fosse informato sulla natura dell’immigrazione (sono profughi e vanno accolti o possono essere, come si paventa, anche malavitosi al soldo della Wagner per condurre quella sorta di guerra ibrida della quale si parla?). Read the full story »
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