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La proposta di legge della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante e il conseguente sdoppiamento del Csm é d’impronta socialista. Primo firmatario é stato Enrico Buemi nel 2006 e la firmai anch’io alla Camera. Pochi giorni fa é stato approvato al Senato l’articolo due della legge che modifica l’articolo 102 della Costituzione introducendo “le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti”. La discussione é stata poi sospesa e proseguirà con l’esame degli articoli 3 e 4 che comporteranno una ulteriore modifica costituzionale relativa ai due Csm. Queste due modifiche costituzionali andranno poi sottoposte al referendum. Contrari Pd, Cinque stelle e Avs, favorevole Azione. Read the full story »
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Avevo nove anni e seguivo più il Giro di Francia (si chiamava ancora così) che avrebbe vinto Gastone Nencini che non la cronaca e la politica. Ma ricordo bene che un paio di giorni prima del 7 luglio mio padre tornò a casa dalla Banca agricola dove lavorava molto scosso. Si era rifugiato in un cantiere per sfuggire agli scontri tra manifestanti e polizia. Furono 22 i poliziotti feriti e costretti alle cure dell’ospedale. Quel 7 luglio si annunciava un nuovo sciopero non autorizzato. Ricordo bene che un ragazzino piu grande che era andato in piazza ci confessò piangendo per la forte emozione: “La polizia ha sparato. Ci sono dei morti”. Mi precipitai in casa e mia madre non ci voleva credere. La polizia, erano arrivati reparti da Padova, aveva sparato ad altezza d’uomo. Per uccidere. Io stesso accompagnato da mia mamma vidi le vetrate dei negozi dell’Isolato San Rocco perforate dai colpi delle armi da fuoco. Poi la lettura dei giornali. Quelli di Reggio parlavano di rivolta comunista. L’Unità e l’Avanti di eccidio proletario. Tutto questo avveniva con un governo, quello di Tambroni, appoggiato dal Msi e mentre era esplosa una rivolta a Genova, medaglia d’oro alla Resistenza, per la convocazione del congresso missino. Ci furono altri incidenti e alcuni morti, a Palermo e Catania, e gravi scontri a Roma, a Firenze. Tambroni dovette cedere. E si formò il governo Fanfani delle convergenze parallele. Si astennero da posizioni opposte il Psi e il Pdium. Poi, nel giro di un anno, Fanfani passò a una maggioranza di centro-sinistra. Nenni seppe onorare quei morti offrendo all’Italia uno sbarramento concreto allo slittamento a destra.
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Si é passati dalla denigrazione assoluta di Craxi, anche ad opera dei socialisti, molti dei quali oggi lo onorano e lo rimpiangono, alla teoria della sua infallibilità. Si pensa che Bettino non abbia sbagliato mai e sia solo stato vittima di un golpe giudiziario che se l’é portato via, lui e il Psi. E di più, che la colpa di non avere rimesso insieme il Psi sia dei vari capitani coraggiosi, anzi temerari, che hanno guidato i micro partiti socialisti dopo la fine del Psi. Tentativo, quest’ultimo, vano perché non poteva rinascere un partito identitario in un sistema non identitario. Provo a rimettere le cose al loro posto partendo da una premessa. Fin dai tempi della Fgsi ho militato nella corrente autonomista della quale Craxi era il leader e Pietro Nenni il nume ispiratore. Al congresso di Genova del 1972, il primo al quale partecipai, gli autonomisti potevano contare su meno del 15%. Tra loro Zagari, Lagorio, Fortuna, Corona, Tognoli, e i più giovani Martelli e Finetti. Gli altri erano demartiniani, manciniani e lombardiani. Read the full story »
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C’era un tempo in cui io mi incazzavo perché Maramotti aveva solo rapporti col Pci e in particolare con il sindaco Benassi e l’assessore all’urbanistica Venturi. Era in discussione la variante Max Mara sulla via Emilia e poi la nuova sede sull’autostrada, ma erano sul piatto anche gli immobili di Maramotti nel centro storico. Una mattina notammo che quello di piazza Prampolini era divenuto sede della banca del Credito romagnolo. Dicevano che bastava una licenza commerciale e che non era necessaria una variante. Lo feci notare al gentile presidente degli Industriali dell’epoca avv. Agostini e lui sinceramente ammise “De minimis non curat praetor”. I socialisti trattati da minimi? Ce l’avemmo a male e da allora lo abbiamo considerato un avversario preferendogli il grosso, in tutti i sensi, Lauro Ferrarini, re del prosciutto cotto, che ci permise di inserirci nel mondo dell’imprenditoria agro alimentare. Tuttavia personalmente con Achille Maramotti ebbi un rapporto educato e cordiale. Ricordo quando il Psi gli propose, ma la proposta fu rifiutata, di entrare nel consiglio di amministrazione de I teatri: era il 1990. Tuttavia non capivo e non condividevo il fatto che un geniale uomo d’affari come lui, passato dall’industria alla finanza, non applicasse l’accordo sindacale dei tessili, e non volesse rapporti col sindacato. Per un socialista non era cosa di poco conto. Tuttavia ammiravo Benassi e Venturi che sapevano separare il buon Maramotti da quello cattivo. Il primo se lo tenevano per loro e magari riuscivano a scucirgli soldi, non un granché, per il premio Borciani, così come Bonazzi aveva fatto col Kabuki e la pallavolo femminile, insistendo invano perché si comprasse la Reggiana. Quello cattivo lo lasciavano alla Cgil e al Pci che gli abbinavano negli slogan di piazza lo stesso nome che affibiavano a Nixon a proposito del Viettnam. Dunque il buon Massari, novello sindaco di Reggio, non sa in che ginepraio sì é cacciato. Non so se nella sua giunta esiste un assessore che abbia tessuto la tela, sfrangiata assai, delle relazioni imprenditoriali. Conosco solo di vista Luigi Maramotti, mentre il vecchio triunvirato (suo padre Achille, Benassi e Venturi) é scomparso. Dico solo che il polo della moda é una bellissima idea del Maramotti buono e lasciarsela sfuggire per ingenuità o intemperanza sarebbe imperdonabile. Per colpa di chi, direbbe Zucchero, é secondario.
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Non so a voi. Ma a me non produce nessun effetto di intimo piacere registrare che un avversario politico sia in carcere. Un nome noto, conosciuto, che ha ricoperto incarichi importanti ed é stato sindaco della capitale d’Italia. Gianni Alemanno é stato condannato alla pena di un anno e mezzo da scontare ai servizi sociali per traffico di influenze illecite e assolto invece dai reati più gravi come concorso in associazione mafiosa, corruzione e anche finanziamento illecito. E’ finito in carcere nel dicembre del 2024 perché avrebbe derogato dagli obblighi dell’affidamento ai servizi sociali. Da sette mesi Alemanno si trova a Rebibbia e scrive un diario per denunciare la situazione di degrado e di sovraffollamento di quella come delle altre carceri italiane. Pur essendo collocato a destra Alemanno si iscrisse anche al Partito radicale per protestare contro le leggi repressive del governo italiano e mantiene tuttora la tessera di Nessuno tocchi Caino. Read the full story »
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Dunque nonostante la preghiera accorata della giornalista ucraina e l’assicurazione del presidente americano Trump comunica che negherà i Patriot, sistema difensivo contro le bombe e droni che continuano ad essere lanciati dai russi. Con la compiaciuta dichiarazione di Putin, che osserva che così la pace arriverà presto. E sarà la resa dell’Ucraina sotto i devastanti bombardamenti russi che renderanno Kiev una novella Dresda. Il ministro degli esteri americano, sulla scia dell’America first trumpiano, ha detto alla Cnn che prima vengono gli interessi americani. Cioé i soldi. Tutto si può e si deve comprare. Anche la libertà e l’indipendenza. Read the full story »
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