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Il caso M

22 Febbraio 2024 423 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sì é dunque spenta la nostra Rita Moriconi, unica consigliera regionale del Psi nell’ultimo quinquennio del governatore Errani. Se n’é andata dopo un evento che l’aveva portata negli ultimi sei anni in uno stato praticamente vegetativo. Aveva solo gli occhi aperti che di tanto in tanto lacrimavano. Pochi anni prima del suo malore era stata inquisita, come molti altri consiglieri regionali, per le spese sostenute. Ma quel che successe a Rita fu di più. A lei contestarono anche l’acquisto di un sexy toy, in realtà acquistato da altri a sua insaputa. Per questo sarà definitivamente assolta. Ripubblico le sue parole pronunciate dopo l’assoluzione “La fuga di notizie mi ha creato diversi problemi come donna e come mamma di una bambina piccola. Il mio viso finì in tv e sui giornali, associato ad oggetti per soli adulti. Ho dovuto tenere mia figlia lontana dalle edicole. Ancora mi arrivano messaggi offensivi”. Immaginatevi voi una giovane donna accusata di aver acquistato un oggetto erotico come sarà stata trattata dai mass media e da uomini prevenuti e maleducati, perversi e d’animo cattivo. Una sofferenza continua e gelosamente custodita per non far soffrire la mamma Susanna, socialista da sempre, papà Ernesto e soprattutto la figlia Bianca, che già aveva perso il papà in un misterioso incidente in Romania. Già che c’erano i magistrati indagarono anche su un paio di viaggi a Roma di Rita. E qui sono anche stato protagonista di una paradossale testimonianza al processo. Mi chiesero se in quei due convegni di partito si parlava anche di regioni. Non so dove vivessero quei magistrati e se avessero un briciolo di cultura politica. Risposi loro che in tutti i convegni si può parlar di tutto: dalla situazione politica, allo stato e anche alle regioni.  Ne presero atto. Ma con chi avevamo a che fare? La tortura di Rita durò anni e quando finì la sua esperienza politica regionale tornò a Reggio e subito dovette fare i conti con la crisi della sua cooperativa, il Ccpl, perdendo anche il posto di lavoro. Si rivolse a questo e quello ma dovette alzare le braccia. Su di lei erano ancora soffocanti le briglie dell’Inquisizione. Nel 2018 il malore che le sarà fatale. Non dico che sia stato provocato dalle sue vicissitudini svoltesi sempre a metà tra la commedia e la tragedia. Ma certo lo stato di frustrazione e di crisi psicologica non l’avranno certo aiutata. A Susanna, a Ernesto e a Bianca un abbraccio forte e solidale. E un ricordo fondato sulla pietà e la verità.

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