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Canzoni e politica

17 Marzo 2016 1.099 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Le citazioni di Renzi si sprecano. Da quelle politiche (poche), a quelle sportive, a quelle musicali, il presidente del Consiglio si mostra sempre propenso alle semplificazioni e alle emozioni provocate da aforismi, proverbi, detti popolari. Cominciò con Gigliola Cinquetti, quando per la prima volta si presentò al Senato affermando di “non avere l’età” in un’aula che prima della Cinquetti aveva conosciuto le parole di Eugenio Montale, di Trilussa, di De Sanctis e l’evocazione delle note di Toscanini. Renzi è però migliorato anche lì, passando gradualmente, mentre Letta si cimentava in una citazione di Fabrizio De Andrè e Bersani in quella famosa di Vasco Rossi, a quell’altro Bersani (Samuele), a Ligabue, fino a quest’ultima di Guccini, ricavata dalla sua “Canzone quasi d’amore”.

Francesco, però, non ci ha fatto una piega e dopo essere tornato da Auschwitz con una spalla rotta (“Uscire da Auschwitz solo con una spalla rotta è un miracolo”, ha precisato) ha rivelato di aver votato Bersani alle primarie e Sel alle regionali. Le citazioni di Renzi, mentre Letta era arrivato a un vecchio personaggio di Carosello (Jo Condor) e Bersani sciorinava il suo gergo bersanese fatto di paragoni azzardati (“il tacchino sul tetto” resta tuttora un mistero insoluto), sciorinarono la vecchia storia di Ulisse e Telemaco, ripresa da Omero, senza trascurare qualche affondo su Gramsci, La Pira, Berlinguer, qualche volte Machiavelli (solo perché fiorentino), ma anche su Pasolini, Troisi, Benigni.

Solo Blair figura tra i più volte richiamati, tra i personaggi internazionali, mentre Veltroni, lui kennediano e “mai stato comunista”, trovava i suoi punti di riferimento al di là dell’Atlantico. Insomma tra attori, registi, musicisti, filosofi, scrittori, poeti, politici, gli unici che non risultano mai citati nelle diverse incursioni (qualcuno ne ha raccolte, tra gli attuali politici, ben 75 mila) peraltro non sempre azzeccate di Renzi (famose le gaffe su Borges, ma anche su Tito Livio in latino e su Dante che per un fiorentino è la più grave) risultano solo i neozelandesi, nonostante gli All Blacks, e i socialisti italiani. Non è il solo, a non aver mai citato i socialisti. I neozelandesi sì.

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