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Celeste prigionia

22 Febbraio 2019 681 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non ci sono riscontri materiali di passaggi di tangenti o anche solo di finanziamenti diretti sui conti di Roberto Formigoni, ma la Cassazione ha approvato tutto l’impianto accusatorio così come uscito nelle precedenti due sentenze. La condanna, definitiva, assomma a oltre cinque anni di carcere, da scontare nelle patrie galere e non in altre strutture, nonostante i 71 anni del condannato, a causa dell’approvazione recente della nuova normativa che non concede alternative al carcere per reati contro la pubblica amministrazione.

I giudici hanno emanato una sentenza alla luce dei benefit ottenuti da Formigoni (vacanze, viaggi, aiuti in campagna elettorale) quantificati nel corso di un decennio nell’ordine di 5 milioni, la somma che doveva essere requisita all’ex governatore e che quest’ultimo in realtà non ha mai avuto a disposizione. Appare, ad un’analisi superficiale, alquanto sproporzionato il rapporto tra il denaro (circa 60 milioni) derivato dai finanziamenti all’Ospedale Maugeri (quello di don Verzè) e al San Raffaele, ai quali sono pervenuti dalla regione centinaia di milioni, quest’ultima vicenda caduta in prescrizione, e quel che sarebbe arrivato a Formigoni, mai denaro, solo benefit indiretti. Avranno fatto bene i conti, o, come ha sostenuto l’avvocato Coppi anche a proposito delle vacanze di Formigoni “nessuno è riuscito a dimostrare la riconducibilità di un singolo atto di ufficio a queste ‘utilità’ – ha detto egli nel corso dell’arringa – Nessuno sa che cosa è stato chiesto a Formigoni, e nessuno sa per quale cosa è stata corrisposta quella utilità”.

Da poche ore il Celeste si è presentato al carcere di Bollate, dove sarà detenuto per scontare la pena anche se é stato presentato un ricorso per contestare la costituzionalità della cosiddetta legge anti corruzione voluta dai Cinque stelle. L’arresto di Formigoni, a 71 anni di età, é il primo che si attua in applicazione della nuova legge. D’altronde sia Salvini sia Di Maio hanno sposato il carcere non come soluzione rieducativa, prevista dalla Costituzione, ma esclusivamente come pena da infliggere. Personalmente tutta la vicenda mi rattrista. Innanzitutto perché si tratta della sanità lombarda, tra le migliori d’Italia, forse la migliore per efficienza, così deturpata da vicende illecite, corposi e discutibili finanziamenti regionali di così enormi proporzioni, criminosi arricchimenti di personaggi che si muovevano per taglieggiare istituti e profittare della regione, ma mi suscita perplessità anche l’individuazione di una così pesante responsabilità da parte dell’ex governatore al quale sono stati fatti risalire reati senza una documentazione certa, senza una testimonianza attendibile. Spero di sbagliarmi, perché una condanna del genere é pesante anche per chi vive nel regno dei cieli…

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