La Forza della Netrebko
Entusiasmo per la prima della Scala. La forza del destino di Giuseppe Verdi ha fatto emergere una protagonista assoluta: Anna Netrebko. La Leonora della Netrebko ha il fuoco dentro. Canta con una voce che alterna i toni gravi del contralto (“il” e non “la” perché soprano e contralto sono gli unici sostantivi maschili che si adattano solo al femminile) agli accenti acuti di un soprano lirico leggero. D’accordo, la Netrebko non possiede i legati tebaldiani nella Vergine degli angeli, ma supera se stessa e qualsiasi cantante lirica vivente in “Pace, pace mio Dio”, dell’ultimo atto. Canta con l’anima, recita cantando, ti punge ed emoziona. Sta in scena da protagonista assoluta, come una diva dell’ottocento. La regia di Leo Muscato é rispettosa, senza divagazioni clamorose e fuorvianti (non abbiamo sentito la mancanza di Livermoore) centrata su un palco roteante in cui si girano le scene, i secoli (il primo atto é del settecento, il secondo dell’ottocento, il terzo del novecento, il quarto dell’attualità) assieme alle quattro stagioni. Read the full story »
C’é qualcosa di nuovo oggi nell’aria
Fiuto novità. Anche sostanziali novità. La morte del compagno Paolo Pillitteri ha risvegliato molte coscienze. Ed é stata celebrata, quasi fosse un autodafé collettivo, come occasione di rimpianto per la politica di una volta, per gli uomini di una volta, per gli ideali di una volta. Unito a una generale rivalutazione dei socialisti e alla condanna della persecuzione giudiziaria della quale Paolo e non solo sono stati oggetto. Si distingue in questo L’Unità del garantista Sansonetti che arriva a pretendere l’onore per Craxi e i socialisti, vittime del “golpe” della stagione di Tangentopoli. Oggi esce a tutta pagina l’intervista sul Corriere a Fabrizio Cicchitto e nelle pagine lombarde la notizia della scelta del sindaco Sala di proclamare il lutto cittadino in onore di Pillitteri nella giornata di lunedì. C’é qualcosa di nuovo in quest’aria che spira a nostro favore e finalmente. Si può riscrivere la storia del Psi sotto la segreteria di Craxi che, come scrive Sansonetti, “rese grandi servizi all’Italia”. Si possono riscrivere le intuizioni rispetto ai temi dell’immigrazione, del lavoro, dell’Europa. E in presenza del nulla di questo governo che blatera frasi fatte e cotte da altri, si può esaltare a mò di simbolo, la vicenda di Sigonella e dei missili a Comiso: quest’ultima un atto doveroso di atlantismo, quell’altra una coraggiosa e orgogliosa dimostrazione di autonomia nazionale. Si possono riscoprire i temi dell’eurosocialismo, della scelta riformista, dell’alleanza tra merito e bisogno, del lib-lab o socialismo liberale, dell’appoggio agli esuli delle dittature comuniste (l’elezione di Pelikan al Parlamento europeo), come di quelle fasciste (Gonzales e Soares vivevano praticamente in via del Corso già prima della segreteria Craxi ma fu Craxi a sostenerli apertamente in Spagna e in Portogallo), come del rapporto come Arafat che Bettino convinse ad abbandonare la lotta armata e ad accordarsi con Israele. Read the full story »
Ci risiamo. A Reggio Emilia si scordano che Matteotti era socialista
Dunque sabato 7 dicembre Reggio dedicherà la giornata a Giacomo Matteotti, martire antifascista, barbaramente ucciso da un gruppo di criminali guidati da Amerigo Dumini. Matteotti aveva da pochi giorni chiesto l’invalidazione delle elezioni politiche del 1924 citando episodi di violenza e di morte, tra i quali l’assassinio di Antonio Piccinini, candidato dal Psi reggiano ed eletto post mortem. Da poche settimane, inoltre, era entrato in possesso di documenti delicati che accusavano di corruzione il governo e la monarchia (il famoso affare Sinclair). Un eroe, Matteotti, che si espose solitariamente contro il dispotismo, il malaffare, la coercizione. Read the full story »
Pillitteri: un uomo colto e ironico
A Paolo Pillitteri che ci ha lasciato. Ci mancheranno la tua simpatia e la tua carica umana che non si affievolivano neanche di fronte alle tragedie politiche e giudiziarie. Ci mancheranno anche la tua cultura e la tua competenza cinematografica. Ci mancheranno il tuo coraggio e la tua coerenza che ti portarono nel Psu, poi Psdi, dopo la scissione del 1969 non senza giustificazioni politiche e poi nel Psi, attraverso il Muis, dopo l’elezione di Craxi alla segreteria e l’inizio del nuovo corso autonomista e riformista. Ci mancherà il tuo amore per Milano, una capitale europea della quale fosti primo cittadino. Ciao Paolo, anche se ci siamo frequentati poco ti ho voluto bene.
Calcio e morte
Quando a Firenze a poco più di un quarto d’ora dall’inizio del match tra i viola e l’Inter, un ragazzo di 22 anni, Edoardo Bove, giocatore della squadra toscana proveniente dalla Roma, si é improvvisamente accasciato al suolo, quando i giocatori, gli allenatori, gli staff in panchina si sono diretti di corsa verso di lui agitando le braccia, e poi piangenti, quando il calciatore, tra urla di far presto e gesti che non promettevano nulla di buono, é stato portato in barella verso l’ambulanza, quando insomma un nuovo dramma pareva incunearsi nelle nostre agitate domeniche calcistiche, abbiamo un po’ tutti temuto il peggio. La morte, col suo ghigno beffardo, con la sua improvvisa e inaspettata tempestività, si stava ancora una volta accompagnando con noi. Abbiamo pensato ai casi di Curi e di Morosini, tragici, a quelli di Antognoni, Manfredonia ed Eriksen fortunatamente risolti e a quello di Ndicka, che si é rivelato niente in tutto, e rivolto alla vita e non al calcio le nostre attenzioni. Read the full story »
Lo sciopero della duplice
Non ripeterò cose ovvie. E cioè che lo sciopero é legittimo atto di protesta promosso dalle organizzazioni sindacali. E che i numeri delle persone che lo hanno adottato sono sempre attendibili, e che i lavoratori che rinunciano a otto ore di paga vanno sempre rispettati. Ma ci sono alcune cose che mi sfuggono. Da anni ormai la triplice sindacale si è trasformata in duplice. Tutte le manifestazioni, le proteste, i documenti vengono firmati dalla Cgil e dalla Uil. La Cisl non aderisce mail. La Uil sempre. Bombardieri é sempre d’accordo con Landini. Non vi é occasione in cui si differenzi. Neppure quando il leader della Cgil invita alla “rivolta sociale”. E quando, come oggi, rileva che compito del sindacato é “rivoltare il Paese come un guanto”, non pensando che chi il guanto o il calzino lo ha invocato se l’é tenuto com’era. Quando Craxi era presidente del Consiglio sosteneva una tesi razionale e cioè che lo sciopero é utile quando si pone un obiettivo realistico da raggiungere. Questo sciopero che obiettivo si é posto? Si é fissato come obiettivo il miglioramento della situazione del pubblico impiego quando diversi contratti sono già stati firmati e la trasformazione della politica industriale del governo, scopo un po’ troppo generico in realtà. In verità lo sciopero più che coi provvedimenti assunti dall’esecutivo (taglio strutturale dell’Irpef e defiscalizzazioni delle assunzioni) é stato proclamato contro il governo, che ha commesso tanti errori (non puntare su una massiccia assunzione di medici e infermieri attraverso l’aumento della spesa sanitaria, non incrementare la spesa per la scuola, ma i vincoli dei nuovi patti europei in relazione al debito italiano obiettivamente li frenano). E lo sciopero politico contro il governo si è trasformato in una giornata di lotta e di rivolta sociale, cogli studenti in primo piano. A Torino, dove in 15-20 mila hanno assistito al comizio dei sindacati, i precari e gli studenti hanno bloccato, prima della manifestazione, Campus Einaudi e Palazzo Nuovo e poi conquistato il palco. Dopo il comizio gli studenti hanno lanciato fumogeni contro la prefettura “nel nome di Ramy”. E bruciato i fantocci di Salvini, Meloni e Cingolani. Gli antagonisti hanno dato assalto alle stazioni. Respinti dalla polizia a Porta nuova, é poi riuscita l’occupazione dei binari a Porta Susa. Nulla di drammatico, ma la tensione sale. I cortei da sciopero sindacale si trasformano in proteste per la Palestina e contro il governo. Di rivoltato come un guanto, così, c’é il contenuto delle ragioni dello sciopero.
Il casino europeo
Che poteri reali ha la Commissione europea? E’ statutariamente un organo di individui contrariamente al Consiglio che é un organo di stati. Ma tutti i 27 paesi della Ue ne fanno parte. Si pensava di limitarne il numero ai due terzi dei paesi aderenti, ma il Parlamento europeo ha soppresso questa novità. Chi sarebbe rimasto fuori? Dunque la Commissione di 27 rappresentanti di altrettanti paesi é non é organo politico? Dipende o non dipende dal Parlamento europeo unica istituzione europea eletta a suffragio universale? No signori. Mescolando rappresentanza nazionale e provenienza politica la Commissione si trova a dover allineare rappresentanti della maggioranza (Socialisti, Popolari e Verdi) con esponenti della minoranza, attribuendo a quest’ultimi anche deleghe importanti e vice presidenze. Intendiamoci subito, sic rebus stantibus gli italiani, cioè il Pd, hanno deciso giustamente di votare a favore della nomina di Raffaele Fitto, che era l’unico italiano proposto. Ma questa situazione che definire kafkiana e dire poco, ha creato una situazione ancor più confusa. Read the full story »