Non mi riferisco al celebre pezzo di Ray Charles, ma alla nostra presidente del Consiglio a Washington al cospetto di Trump. Correttamente Giorgia ha informato e consultato la Von der Leyen, perché il sospetto, dati i rapporti privilegiati che Trump ha accordato al nostro presidente, che l’Italia volesse trattare, a proposito dei dazi, per conto suo, c’era, eccome. Penso, però, che non sia assolutamente interesse dell’Italia porsi in conflitto con l’Europa. E dunque diciamo che Giorgia ha trattato, o meglio si é intrattenuta, per conto della Von der Leyen, mettendo la sua posizione di privilegio al servizio dell’Europa. Il fatto che abbia chiesto di fissare un incontro tra Trump e la stessa Von der Leyen ne é testimonianza eloquente. L’unico impegno che il presidente Trump le ha strappato riguarda il raggiungimento del 2% nelle spese per la difesa (l’Italia é adesso all’1,4%), un impegno cui stanno assolvendo anche altri paesi europei, che già hanno una percentuale di spesa superiore all’Italia (la Polonia ha raggiunto e superato il 4%, grosso modo la percentuale americana). Read the full story »
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Ho letto, generalmente sui post, una tesi che, attenuando le stragi di Bucha e Sumy, chiama in causa quelle di Gaza. Strano però che quando si parla dei bombardamenti su Gaza non si tiri fuori, per attenuarne la portata tragica, quelli sull’Ucraina. Ma andiamo per gradi. O per ragionamenti logici e successivi. Da cosa sono state originate queste due tragedie di carattere umanitario che hanno rubato la vita e decine di migliaia di persone e anche a bambini? La prima, quella di Israele, é stata originata dall’attacco dei terroristi di Hamas che sono entrati in questo stato massacrando uomini, donne e bambini ebrei. L’origine dell’altra é un attacco proditorio di una nazione, la Russia, ad un’altra nazione, l’Ucraina, indipendente e sovrana a partire dal 1991. Dunque la guerra di Israele, per quanto cruenta e inaccettabile, é stata una guerra di reazione, quella russa, contro la nazione e il popolo ucraino, una guerra d’invasione. Read the full story »
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Trump va preso così. Capovolto. Quando lui dice una cosa sa benissimo che significa il suo contrario. L’ultima è stata molto chiara: “La responsabilità della guerra in Ucraina è di Zelensky e di quel corrotto di Biden”. Cioè è stata l’Ucraina con l’appoggio degli Stati uniti ad aggredire la Russia? No. Voleva dire proprio questo ma per un senso innato del suo narcisismo provocatorio l’ha messa all’incontrario. Anche quell’Hitler lì, possibile che si sia lasciato invischiare in una guerra persa? Sarà stata certamente la Polonia colpevole del secondo conflitto bellico. Ma si il suo gusto di andare contro corrente lo porta a volte a cavalcare la risacca e ad estendere i suoi giudizi capovolti a tutta la storia anche recente. E a lamentarsi, ad esempio, dei pesanti dazi minacciati dalla Francia di Macron agli Usa che hanno fatto scendere le borse di mezzo mondo e ad accusare il Canada di avere mire su alcuni stati americani e di star pronti ad una probabile invasione di 40mila groenlandesi corredata da un esercito di pinguini. Anche su Panama e sul Golfo d’America gli stanno girando le palle. A nord il Canada e a sud Panama, gli Usa dovrebbero difendersi da una duplice invasione. Per non parlare del pericoloso Messico che blocca tutti gli americani che intendono visitarlo o del Sudafrica, diventato razzista coi bianchi e dove ai visi pallidi fanno buu negli stadi di calcio. Trump è fatto così. Ha ripreso le trattative con l’Iran senza avvertire il suo amico Netanyahu, troppo impegnato a bombardare anche le foglie che si muovono a Gaza perché potrebbero nascondere i terroristi di Hamas. Read the full story »
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Bombardamenti nella domenica delle Palme su una cittadina ucraina, Sumy, dell’aviazione russa. Colpiti genitori e bambini che stavano recandosi a messa. Risultato: 34 morti e 100 feriti. Ieri. Oggi sono saliti a 35 i morti e a 119 i feriti. Le solite voci sbilenche. E a Gaza? Colpito un ospedale dove tenevano armi i terroristi di Hamas, dopo aver avvertito dell’azione militare. Ma fa lo stesso. Vedere come é ridotta Gaza strappa il cuore e mi chiedo se Israele non avesse un altro modo per combattere Hamas. Ma riaggiustiamo il tiro per i benaltristi. E restiamo in Ucraina, una nazione aggredita da un’altra nazione senza una motivazione che non sia l’assoggettamento all’imperialismo russo. Trump, il presidente americano sempre più disponibile verso Putin, e soprattutto concentrato a dar pace ai contendenti, se non nel giro di 24 ore come aveva promesso, almeno in 24 giorni o forse in 24 mesi, ha subito giustificato i russi parlando di un possibile errore. Un errore costato la vita a uomini, donne e bambini. Read the full story »
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Non saprei se all’alta astensione elettorale un contributo venga dalle diverse e contorte leggi elettorali che si sono più volte succedute. D’altronde che il tema di una diversa legge di tipo proporzionale e con le preferenze sia tornato d’attualità (si tratterebbe di un semplice ritorno al passato superato da plurime aspirazioni maggioritarie referendarie ed elettorali) ne è la testimonianza più evidente. In che modo votano (sarebbe meglio dire non votano) oggi gli italiani? Alle politiche si vota oggi col cosiddetto Rosatellum (il neutro latino è stato introdotto dal politologo Giovanni Sartori che ha definito Mattarellum la nuova legge applicata nel 1994 che portava il nome dell’attuale presidente della Repubblica: doppio voto sull’uninominale maggioritario per i 3/4 dei parlamentari e proporzionale con sbarramento al 4% per 1/4 di questi ultimi. Restava, come resta tuttora, il vincolo costituzionale del conteggio su base regionale dei senatori). Oggi il Rosatellum, che prende il nome dall’onorevole Rosato e che colma il vuoto lasciato dall’incostituzionalità dichiarata del Porcellum (che conteneva un premio di maggioranza senza definirne la quota) mantiene anch’esso una parte proporzionale, calcolata in 2/3, e una uninomale maggioritaria di 1/3. Ma il voto è unico. Cioè, se voto un simbolo sul proporzionale devo trovarlo anche sull’uninomimale. Non può esserci voto disgiunto. Quindi se voglio concorrere a eleggere nella parte uninominale devo coalizzarmi. Se no, è stato il caso del Terzo polo alle ultime elezioni, devo rassegnarmi a puntare all’elezione sulla quota proporzionale (lo sbarramento è al 3%) pur dovendo presentare lo stesso simbolo, senza ambizione di elezioni, sulla quota maggioritaria. In tutte e tre le leggi elettorali non sono previste preferenze. Le liste sono bloccate e l’elettore non può scegliere i suoi rappresentanti al Parlamento. Perché, si motivava, le preferenze sono sinonimo di corruzione. Ma le preferenze sono invece previste nella legge elettorale per il Parlamento europeo (un proporzionale con collegi molto vasti e con sbarramento che sale al 4%) e anche alle elezioni regionali (ogni regione si è fatta la sua legge con o senza sbarramento, in Toscana è al 5%, analoga anche in Sicilia, in Emilia-Romagna non c’è) e non c’è il ballottaggio. Anche per le elezioni comunali sono contemplate le preferenze. Mentre, almeno per ora, è stato soppresso il Consiglio provinciale, ma sono rimaste le province. Read the full story »
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Siamo di fronte al peggiore scenario mondiale del dopoguerra. A capo del più importante paese del mondo c’è un personaggio da commedia (ma “la commedia finì in tragedia”, scandisce il libretto di “Un ballo in maschera” di Verdi) che minaccia, offende, promette e poi smentisce, e lo fa con un linguaggio volgare da bettola di periferia. Quello di ieri in cui Trump invitava I suoi interlocutori a baciargli il deretano non è che l’ultima uscita di una serie di imprecazioni e di sbruffaggini e di stolte invocazioni contro il mondo intero. D’altronde il linguaggio triviale è di moda alla Casa bianca e nel governo. Musk oggi ha definito “cretino” e “somaro” il consigliere commerciale di Trump Peter Navarro. E che dire dell’incontro nello studio ovale tra Trump e Zelensky e del linguaggio usato da primo? Read the full story »
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Matteo Salvini si è fatto incoronare leader della Lega contro nessuno. Ma questo era nelle prerogative congressuali del partito suo come di un partito qualsiasi. Si è fatto anche candidare all’unanimità al ministero dell’Interno. E questo è francamente inusuale in un congresso. Il ministero dell’Interno non è proprietà della Lega e al ministero dell’interno c’è già un ministro, e cioè Piantedosi. Dunque il fatto di candidare Salvini implica la volontà di sfrattare Piantedosi e il fatto di richiederne la rimozione comporta un giudizio negativo della Lega sul suo operato. Ma diciamo di più. O la richiesta implica una sua accettazione, ma viste le reazioni della Meloni che invita il governo a lavorare e di Forza Italia che invita la Meloni a lasciare tutte le pedine al suo posto, pare proprio che la richiesta finisca nel nulla, oppure il richiedente viene sconfitto perchè la sua richiesta viene cestinata. E allora? Read the full story »
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