Il giovane leader di Place Pubblique che, aderendo alla lista socialista alle elezioni europee, ha contribuito al parziale rilancio di un partito, il Psf, che sembrava morto, parliamo di Raphael Glucksmann, figlio del filosofo Andrè, ha parlato chiaro: “Se Putin prevarrà verrà messa a rischio la pace in Europa”. Penso che della difesa della pace in Europa dovrebbe occuparsi carico innanzitutto l’Europa. E ancora non è così. A destra, al centro e a sinistra, pare emerga una sottovalutazione generale. E anzi sul pericolo di una reductio a due della questione Ucraina non solo l’America di Trump lancia ponti a Putin che potrebbero cadere in testa agli ucraini ma gli stati europei non sanno trovare una posizione comune. D’altronde cos’è l’Europa? E’ un’unione di stati indipendenti e autonomi, come hanno proclamato all’unisono i sovranisti recentemente riuniti a convegno a Madrid, con Marine Le Pen, Salvini e Orban in prima fila? Cioè una oggettiva disunione? Niente politica estera comune, niente esercito, niente debito europeo? O l’Europa vuole trasformarsi in una federazione di stati con prerogative comuni di tipo militare, economico, ecologico, di politica internazionale? E se non ora quando? Read the full story »
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Mentre si scopre che il duetto per la pace messo in scena a Sanremo non era tra un’israeliana e una palestinese, ma tra due israeliane, una araba e di derivazione palestinese, e che il messaggio del papa non era confezionato per Sanremo, la telefonata di un’ora e mezza tra Trump e Putin risulta vera e verificata. Basta una telefonata per allungare la vita, come dice la famosa pubblicità? Non pare sia così perché la guerra continua e i morti aumentano. E poi non pare che la telefonata sia la prima. I contatti tra Usa e Russia non sono mancati. Anzi, quando comincia una guerra, non solo non vengono sospesi, ma aumentano, per verificare come una guerra può finire. Certo gli scontri tra le forze in campo possono prefigurarne gli esiti. Ma un piano principale e uno subordinato vengono generalmente tracciati dai due contendenti anche se non sono ovviamente gli stessi. Prendiamo i due piani principali. Read the full story »
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Il duetto tra Noà, cantante israeliana, e Mira Awad, cantante palestinese, che hanno magicamente intonato le note di Imagine di John Lennon, rivisitata dall’orchestra sinfonica di Sanremo, é stato vissuto come una pennellata d’arte applicata alla politica di un’auspicabile quanto inevitabile convivenza. Se le due donne hanno voluto intonare questo inno al futuro di riconciliazione, perché non pare possibile che all’inno si associno i due popoli? Il tutto é stato segnato dall’autorevole prolusione di papa Francesco che ha elogiato la musica, sorella di tutte le genti del mondo. Noà e Mira non hanno solo cantato, hanno parlato dando appuntamento all’anno prossimo, la data promessa di una pace duratura. Lo spettacolo ha qui toccato i vertici della sua popolarità impegnata. Read the full story »
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Sono scomparsi due amici. Uno era Tadeusz Katner, pittore, architetto, grafico. Lo conobbi quando frequentava mio padre all’Ept e come pittore di cavalli e squarci di Reggio. Dalla vita ha avuto poco o nulla. Ma alla vita lui ha dato sorrisi e allegria. Il secondo è Umberto Venturi. Lo sapevo malato da tempo. Era stato l’urbanista per eccellenza. Lo conobbi quando lavorava al comprensorio. Dal 1975 al 1987 fu assessore all’urbanistica del Comune di Reggio. Suo il piano regolatore del 1984 approvato anche dalle minoranze. Tessitore di rara efficacia fu anche dirigente dell’Unieco. A entrambi un ciao e un abbraccio alle famiglie.
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Non ho capito se Trump parli seriamente. Facciamo il conto delle parole. Vuole che il Canada diventi il 51esimo stato americano, é pronto a prendersi Panama anche con l’esercito, vuole conquistare la Groenlandia che appartiene all’Ue, vuole mettere i dazi a tutti, poi smentiti a Canada e Messico, vuole rispedire indietro tutti i migranti, ma il Messico ha schierato l’esercito al confine, lasciamo perdere la pace che intende imporre, su quali basi non si sa, a Russia e Ucraina e, da ultimo, intende cacciare tutti i palestinesi da Gaza per farci una riviera per ricchi americani. Qui la follia sfiora il più gretto e sfrontato egoismo. Trump é corto di memoria. Non sa nulla dei trattati e delle decisioni intraprese da organismi internazionali? O più probabilmente se ne fotte, come degli organismi ai quali ha deciso di non uniformarsi. Read the full story »
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Nell’intricata vicenda relativa al caso Almasri il dibattito in Aula non é servito a chiarire alcunché. Solo é valso ad esprimere a toni accesi le posizioni di ciascuno. Sullo sfondo l’eterna questione del rapporto tra politica e magistratura, la guerra dei Trent’anni, come l’ha definita in un’intervista il ministro Crosetto. In questo caso sono entrati in campo i magistrati dell’Aia per come hanno trasmesso gli atti alle autorità italiane, quelli della Corte d’Appello di Roma che hanno scarcerato il generale arrestato quarantotto ore prima dalla Digos di Torino e infine la Procura di Rima che in base a un esposto di un ex senatore decide di inviare il tutto al tribunale dei ministri. Primo interrogativo. Che i rapporti con la Libia, come ha sottolineato l’ex ministro degli Interni del governo di centro-sinistra Marco Minniti, siano strategici per l’Italia tutti dovrebbero ammetterlo. Sia sul piano dei cosiddetti respingimenti degli immigrati e dell’opera dei trafficanti di esseri umani (l’accordo venne siglato dallo stesso Minniti), sia sul piano degli interessi energetici. Read the full story »
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Una macchietta, che rassomiglia a Giorgio Bracardi che sbraita “Chiappala, chiappala” e per un altro verso, quello più meditabondo, all’imitazione di Berlusconi da parte di Crozza. Ma era necessario dipingere Benito Mussolini come un malato di sadismo che induce al sorriso soprattutto quando parla da solo? Ma davvero uno così poteva conquistare l’Italia e prima ancora i reduci della grande guerra? La fiction su M, il figlio del secolo, si attarda in tanti particolari sulla vita personale di Mussolini: Rachele, i figli, le sue donne, tra le quali eccelle Margherita Sarfatti che da critica d’arte di livello internazionale viene qui descritta come una stralunata che parla senza farsi capire, la sua segretaria al Popolo d’Italia che Benito sodomizza contro la porta dell’ufficio e naturalmente la triste e drammatica storia di Ida Dalser e del suo Benito Albino. Read the full story »
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