Il povero Bossi e il Psi
Il povero Bossi non sa quel che dice. Ma ieri ne ha detta una davvero grossa. A Conegliano, nel corso di un suo comizio elettorale, s’è lasciato sfuggire un incauto paragone tra la Lega e il vecchio Psi. “La Lega non ha rubato come il Psi. Ha solo speso male i suoi soldi”. E ancora: “Non ha preso tangenti, i soldi suoi li poteva anche buttare dalla finestra”. Il povero Bossi dovrebbe essere immediatamente querelato, ma forse verrebbe assolto per incapacità d’intendere e di volere, poveretto. La lega non ha preso tangenti? E Finmeccanica e l’indagine su Belsito? Vedremo. La Lega i suoi soldi li poteva gettare dala finestra? Ma come? I soldi pubblici, i rimborsi elettorali? I soldi dei cittadini potevano essere utilizzati per comprare lingotti d’oro, case e macchine? Anche su questo c’è un’indagine giudiziaria. Ma quel che veramente fa pena è quel paragone col Psi. Davvero incauto, caro povero Bossi. Perché con tutti gli errori che il Psi può aver compiuto, mai è accaduto nel Psi che un segretario amministrativo sia stato accusato di rubare soldi dalla cassa del suo partito (cosa avvenuta anche nell’ex Margherita, per la verità), che il figlio del capo usase a suo piacimento le risorse pubbliche, che vi fosse una cartella addirittura dedicata al The family e altro ancora. Il Psi non ha mai alzato un cappio in Parlamento per trovarsi poi sul banco degli imputati per reati peggiori di quelli che aveva condannato. E faceva politica, il Psi, coi suoi soldi, tanta politica, recando un alto contributo alla democrazia italiana senza alzare ampolle sacre, senza cianciare di secessione, senza confondere l’inno d’Italia col canto di libertà degli ebrei per l’invasione babilonese. Non si vantava di un federalismo mai raggiunto, ma faceva riforme d’importanza fondamentale per i lavoratori e per gli italiani, quali lo statuto dei diritti del lavoratori, le regioni, la scuola media unica, la riforma agraria e l’abolizione della mezzadria, la legge sul divorzio, quella sull’aborto e sull’obiezione di coscienza, la riforma sanitaria e l’istituzione del servizio sanitario nazionale, il decreto Martelli sull’immigrazione, il decreto di San Valentino anti inflazione, le leggi antimafia. Merita quel rispetto, il vecchio Psi, che la Lega di oggi certo non può vantare, tra fallimenti politici, scandali, epurazioni, trote e scope. Se il povero Bossi non se n’è accorto, qualcuno farebbe bene a ricordarglielo.
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