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Se torna Kakà perché non deve tornare D’Alema?

3 Settembre 2013 969 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

I revival non sono mai esaltanti. Vale per il calcio, pensiamo a Shevchenko, ma anche in politica, tranne per Andreotti e Berlusconi. Oggi però siamo in una fase in cui prevale il nuovismo. Infatti abbiamo un presidente della repubblica di 89 anni, e meno male che Giorgio c’è, un segretario del maggior partito della sinistra di 63 anni, un leader carismatico del centrodestra di 77. Se vogliamo possiamo continuare col leader del centro, Mario Monti, che di primavere ne ha ormai contate settanta e con un leader tuttora in gioco per molti incarichi, Romano Prodi, che ormai ha superato i 74. Poi ci sono gli irrecuperabili. E non si sa perché.Quelli a cui si risponde sempre come faceva Iannacci nella sua famosa canzone a chi gli chiedeva “Vengo anch’io?” e si sentiva sempre rispondere “No, tu no”. L’interessato insisteva: “Ma perché?” e la risposta era non troppo esaustiva e cioè “Perché no”. In genere si precisa che bisogna rinnovare, ma vale solo per alcuni, poi nella selezione degli irrecuperabili si sostiene trattarsi di personaggi di un’altra stagione. Le stagioni poi le aprono e le chiudono coloro che vogliono sostituirsi agli stagionati. I rinnovatori che anelano alla poltrone come magari quegli altri anelano alla loro conservazione. Così nel giorno del ritorno di Kakà mi è venuta spontanea una domanda. Perché non può tornare anche D’Alema? È un politico di esperienza, di ottime capacità, di fiuto politico. A lui tutto pare precluso, ed è stato anche sostituito da parlamentare. Quando qualcuno volle pensare a lui come candidato alla presidenza della Repubblica si levò un coro di indignati, per via del rinnovamento, ma gli indignati avrebbero invece voluto Prodi e poi invocato Napoltano. Per via dell’età o delle stagioni? Siamo chiari. Penso che D’Alema sia molto meglio di tanti suoi contestatori e successori. Renzi è certamente un leader mediatico e popolare, vedremo se sarà anche un uomo di stato. Mi dicono che questa è la stagione di Pippo Civati. Qui il rimpianto per un uomo coi baffi aumenta.

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