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Troppo Grasso per Renzi…

1 Aprile 2014 2.153 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Non pensavo che il presidente del Senato Grasso fosse così esplicito. E assumesse una posizione così dura nei confronti della proposta BR sul Senato. Partiamo innanzitutto dal fatto che Grasso non rappresenta se stesso. É la guida dell’istituzione che si vuole abolire ed è ad un tempo espressione del Pd dal quale è stato eletto, proposto e sostenuto. Dunque la posizione di Grasso è naturale trovi riscontro in ampi settori del Senato, e contemporaneamente in componenti dello stesso Pd.

Diciamo allora che la sua opposizione, se verrà mantenuta, non consentirà al BR di passare. Non è una sorpresa perché si è sempre pensato che l’abolizione del Senato ben difficilmente sarebbe stata decretata dal Senato stesso. Non si è citato da più parti l’esempio dei tacchini a Natale?Quel che è in gioco, al di là dell’elezione di una parte di senatori del futuro Senato delle autonomie, che troverebbe consenziente anche il Nuovo centrodestra, è molto di più della singola riforma. Ed è anche molto di più della proposta BR sulla legge elettorale e sul titolo quinto della Costituzione. Quel che è in gioco è la capacità di Renzi di sviluppare il suo disegno riformatore. Siamo chiari su questo. Se si continua, come Renzi fa, in nome di un’antipolitica cavalcata per motivi di consenso, a giustificare ogni riforma col gusto un po’ sadico di tagliare stipendi e compensi e non prospettando una nuova idea di democrazia, è perfino naturale che i condannati alla gogna, vedasi i tremila politici tagliati, ammesso che sia vero, dal ddl Delrio, si oppongano. Perché dovrebbero accettare di essere messi sul banco degli imputati come malfattori, e non essere riconosciuti invece come servitori dello Stato? Lo dico anche per i consiglieri e gli assessori provinciali che non hanno mai recepito veri e propri stipendi e che vengono trattati come usurpatori, da cacciare col frustino presidenziale.

Ha ragione Renzi a ricordare di avere giurato sulla Costituzione e non su Rodotà e Zagrebelsky, che si oppongono sempre a qualsiasi riforma e considerano la Costituzione una sorta di libro sacro. In questo Renzi ha davvero non una, ma mille ragioni. E personalmente apprezzo questa sua volontà di cambiamento eretico, che non è diversa da quella che in passato prospettammo noi. Quel che continua a non convincermi sono, da un lato, i contenuti stessi della riforma istituzionale e costituzionale, mentre giudico positivi quelli della riforma del mercato del lavoro, e dall’altro mi sono sempre sembrati superficiali, semplicistici e dallo sbocco assai complicato, i modi coi quali la cosiddetta grande riforma ha preso avvio. Non condivido, come è noto, e la mia posizione è da sabato quella del PSI, il testo della riforma elettorale, mentre le province e il Senato sono stati considerati solo come pesi di cui liberarsi al più presto.

Il patto a due, Renzi-Berlusconi, non poteva poi varare una sorta di nuova Costituente all’amatricciana, col Nazzareno al posto del referendum del 2 giugno. Noi avevamo proposto l’elezione di una vera Costituente per riscrivere il testo della Costituzione repubblicana. Continuo a pensare che questo dovrebbe essere il modo più serio e democratico per affrontare e risolvere il problema della nascita della nuova democrazia italiana. Che è giusto nasca dal popolo e non da un patto tra due, per quanto autorevoli, signori. Il 2 giugno abbiamo abolito la monarchia, non possiamo oggi creare la diarchia…

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