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Scandali e assurdi sillogismi

17 Marzo 2015 1.135 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non entro nel merito dell’inchiesta della Procura fiorentina sulle vicende relative agli arresti di Ercole Incalza, Stefano Perotti, Francesco Cavallo e Sandro Pacella. Non ho la conoscenza della veridicità dei fatti che vengono loro contestati. Posso solo dire che ho conosciuto Incalza, ai tempi della mia esperienza al ministero in qualità di sottosegretario alle Infrastrutture, e ne ho ricavato l’impressione di un uomo molto preparato al quale un po’ tutti si riferivano per aver egli maturato tanti anni di conoscenza del ministero e dei suoi progetti. Questo a prescindere dalle sue idee politiche, che lo facevano socialista ai tempi del vecchio Psi, poi semplicemente indipendente negli ultimi vent’anni e collaboratore dei governi di centro-destra e di centro-sinistra.

Non posso nemmeno giudicare gli aspetti che hanno toccato il ministro Lupi. Trattasi al massimo, da quel che se ne capisce, di questioni di opportunità e non di vicende giudiziarie. Si parla di un incarico al figlio, di un Rolex regalato, anche di vestiti. Spetta al ministro chiarire e al presidente del Consiglio dare le risposte che il Parlamento gli chiede. Quel che mi appare francamente inaccettabile è questo sparare nel mucchio e poiché Incalza è stato un tecnico socialista allora anche Nencini avrebbe qualcosa a che fare. Si tratterebbe non già di un semplice teorema, ma di un’assurdo sillogismo illogico.

In qualche organo di stampa si deduce da questa analogia la conseguenza che Nencini, vice ministro alle Infrastrutture, sarebbe stato addirittura nominato da Incalza. Se così fosse il vero responsabile sarebbe proprio Renzi, che avrebbe accettato una nomina fatta dal dominus delle Infrastrutture. In questo caso mi sento di difendere Renzi. La nomina di Nencini è opera sua. D’altronde per quanto possa essere stato grande il potere di Incalza, difficilmente avrebbe potuto sottrarre al presidente del Consiglio il suo diritto di nomina. Siamo abituati ad assistere agli scandali che si sviluppano con gli spruzzi del ventilatore e finiscono per macchiare tutti e nessuno.

Vorrei sperare che in questo caso la Procura fiorentina dimostri l’autenticità dei reati e che, se ne sono stati commessi, i responsabili paghino. Nello stesso tempo mi auguro che nessuno venga toccato se non c’entra nulla. Solo per deduzioni surreali e fantasiose. Sia ben chiara una cosa. Sono più di vent’anni che, dopo Tangentopoli, si sono moltiplicate, anziché azzerarsi, scandali a base di tangenti milionarie. Dal Mose all’Expo, passando attraverso i terremoti, le alluvioni, i mondiali di nuoto. Ciò che resta del Psi non è mai stato coinvolto in nulla. Nessuno dei suoi esponenti, di governo, parlamentari, amministratori, ha avuto nulla a che fare con scandali e scandaletti, al contrario di tutti gli altri. Noi siamo una piccola comunità di persone perbene che fanno politica per passione e senza soldi, spesso nei sottoscala di qualche vecchio palazzo di periferia, al contrario di chi si era eretto a vindice e poi è stato sopraffatto da inchieste sui palazzi suoi. Anche in questa occasione rimaniamo noi stessi. Pochi, orgogliosi e senza macchia.

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