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La croce insanguinata

27 Luglio 2016 834 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

L’anziano prete di Saint Etiennne du Rouvray, cittadina nei pressi di Rouen, è stato sgozzato come già decine di persone nei territori conquistati dal Daesh. Hanno rapito lui, due suore e due fedeli, mentre era in corso la messa. E mentre le teste di cuoio iniziavano la controffensiva i due terroristi hanno tagliato la gola al prete e a una suora, che si trova tra la vita e la morte. Ormai gli attacchi, quelli ufficiali del terrorismo islamico, quelli individuali che l’Isis poi rivendica, quelli che non hanno nulla a che fare con gli islamisti, ma pure si manifestano come loro emulazione, insanguinano l’Europa quotidianamente.

Il presidente francese Hollande ha ribadito di sentirsi in guerra e questo per la verità accade dalle stragi del 13 novembre scorso. Anche il segretario del Psi e vice ministro Riccardo Nencini ha sostenuto testualmente: “E’ una guerra, ha ragione Hollande e la Francia non può essere lasciata sola”. Viene alla mente che l’Avanti, anche a costo di andare contro corrente e contro il governo, esattamente questo aveva sostenuto dal 13 novembre scorso. Intendiamoci, non si tratta di una guerra tradizionale, combattuta solo al fronte e subita con bombardamenti aerei.

Si tratta di una guerra che va combattuta militarmente per togliere al Dash un territorio e ogni rinvio, essenzialmente dovuto alla mancata intesa tra Usa e Russia sul ruolo di Assad, non ha fatto altro che incoraggiare i nostri nemici nella loro furibonda e barbarica offensiva. Adesso che oltre metà dei territori in mano ai terroristi è stata conquistata si faccia presto per arrivare a Rakka e azzerare lo stato islamico. Dopo non sara finita la guerra, ma solo il suo primo tempo. Focolai terroristi sono presenti ovunque, dalla Libia, alla Nigeria, al Pakistan, all’Oriente. E gruppi di terroristi sono tra noi, si nascondono nelle nostre città, nelle nostre piazze, alcuni frequentano o hanno frequentato le nostre università. Dobbiamo imparare a vivere col terrore in agguato.

Il terrorismo islamico è anomalo. Rispetto a quello nostrano degli anni settanta, rispetto a quello palestinese, rispetto a quello irlandese o basco, ha una più forte connotazione ideologica. Più forte perchè attinta dall’interpretazione di una religione e dunque ancora più invadente e assoluta. I terroristi sono martiri che uccidono in nome di Dio e si fanno uccidere per salire in Paradiso. La morte non è dunque un pericolo da evitare, ma un obiettivo da raggiungere. Questo rende ancora più difficile la repressione. E anche la prevenzione. Hanno un bel da prendersela col governo i francesi. Ma se a Nizza il servizio d’ordine avesse impedito al camion di passare, magari controllando se davvero avesse trasportato gelati, non sarebbe accaduto nulla. Colpa di Hollande o di Valls?

Noi non possiamo vivere come prima. E tutta la retorica sulla necessità di non cambiare le nostre abitudini è pure pericolosa. Perche ci fa vivere in una realtà diversa da quella che stiamo vivendo. Penso che anche il governo italiano debba rendersi conto che la guerra c’è e noi non ne siamo fuori, che occorre stanziare risorse (altro che i tagli richiesti dai Cinque stelle) per la difesa, che occorre vigilare in tutti i luoghi di culto islamico e pretendere una attiva collaborazione della società musulmana che non può limitarsi a condannare i singoli episodi, ma deve decidere di combattere la guerra per la difesa della nostra civiltà liberale, visto che ne gode i vantaggi, assieme a noi. Perché in Italia ci si sta solo se si accettano i valori della società liberale, nei rapporti uomo-donna, nella tolleranza di tutte le fedi e anche di chi non ne possiede alcuna, nell’accettazione della netta divisione tra stato e religione, nel rifiuto della sharia e dei riti dell’infibulaIazione. Altrimenti non ci si può stare.

Noi dobbiamo difenderci e combattere. Altrimenti, su questo mi torna alla mente il grido, giudicato isterico, di Oriana Fallaci, altrimenti questo conflitto siamo destinati a perderlo. Se non abbiamo l’orgoglio della nostra cultura e dei nostri valori allora il fanatisimo medioevale prevarrà. Perchè, contrariamente a noi, coloro che lo professano, hanno invece l’orgoglio, se volete satanico, della loro fede. Noi per troppo tempo abbiamo giocato col fuoco. Per troppo tempo abbiamo sopportato che paesi come l’Arabia Saudita, ma anche la Turchia, svolgessero un ruolo ambiguo se non di aperto supporto ai terroristi. La comunità internazionale è in guerra col terrorismo e chiunque lo appoggi deve essere considerato nostro nemico. Così gli intellettuali da salotto che continuano a macerarsi sulle nostre colpe, che pure ci sono state, depongano gli ordigni giustificazionisti. Anche Gino Strada ci dica, lui che vorrebbe, giustamente, eliminare tutte le guerre attraverso un pronunciamento dell’Onu, se intende trattare l’argomento direttamente con Al Baghdadi…

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