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I maduri

28 Gennaio 2019 559 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

C’era un tempo, quando si marciava per il Vietnam e la Cambogia, in cui bastava essere anti americani e anche se avevi ammazzato e messo in frigo la moglie godevi del consenso entusiastico della sinistra. Poco importava che lì potessero arrivare Kim e i Kmer Rossi. Eravamo ancora alla fase pre-madura. E al mito di Fidel, che almeno aveva instaurato una dittatura, diciamo di sinistra, al posto di un’altra di segno opposto. E agli inchini deferenti al castrismo dei tanti Bertinotti.

Poi, addirittura, siamo passati alla simpatia verso Saddam delle donne in nero e dei post e neo comunisti italiani durante la guerra del Golfo. C’erano gli americani? E allora la sinistra doveva marciare contro. Tutto era chiaro, semplice. Maturo. Siamo poi arrivati al Venezuela di Chavez. E oggi di Maduro. Interessante leggere i giudizi di Grillo su Chavez e dello stesso Di Battista che dal Sudamerica metteva in scena se stesso con tanto di carrozzina guevarista del figlio al seguito. E che dire di Maria Edera Spadoni, grillina, vice presidente della Camera, che firma nel 2017 la mozione pro Maduro presentata dal suo collega Di Stefano, oggi sottosegretario agli Esteri, alla Commissione esteri della Camera?

Oggi, opportunamente, Pierluigi Battista sul Corriere ricorda che il segno di congiunzione tra destra e sinistra in nome del chavismo-madurismo é stata la benedizione del giornale “Il Manifesto” alla mostra promossa dal sindaco “fascista” Alemanno dedicata al “risveglio rivoluzionario del Venezuela di Chavez”. Alemanno di destra, ma ugualmente di sinistra, dunque. Meglio di un democratico borghese. Ma anche Gianni Vattimo, famoso filosofo neo comunista e poi dipietrista, parlava del chavismo come di “un meraviglioso fenomeno di trasformazione emancipatrice”. Vattimo maduro di sinistra, dunque. Non c’erano ancora state le rivolte per la fame e i saccheggi ai negozi. Vendola commentava che Chavez era riuscito “dove Fidel aveva fallito” e non si contavano le esternazioni entusiastiche di Dario Fo e Gianni Minà. Perché allora stupirsi del documento della Cgli poi parzialmente ritrattato contro il golpe di Guaidò? C’é un filo di continuità in queste posizioni che si compone di anti americanismo preventivo e di una scarsa o inesistente cultura liberale. Ammirazione per chiunque, anche se lontano mille miglia dalle più elementari concezioni democratiche (libere elezioni, pluripartitismo, libertà di stampa, libertà di religione, rispetto dei diritti dell’opposizione), si schieri contro lo yankee imperialista e sfruttatore.

I neomaduri sono tanti e oggi i Cinque stelle, vero pericolo per la democrazia italiana, ne interpretano la parte più cospicua. Sono coloro che ancora qualcuno del Pd sogna di poter coalizzare? Auguri. I socialisti democratici e liberali stanno altrove. Contro i maduri, il madurismo e i suoi amici. Per la democrazia matura.

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