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Del Bue al seminario Psi: “Tre questioni, tre”

30 Settembre 2011 1.463 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Intervenendo al seminario del Psi che si è svolto a Roma all’Hotel Roma aeterna, nella giornata di giovedì 29 settembre, Del Bue ha detto tra l’altro: “Vi sottopongo tre questioni di rilevante importanza. La prima rigurda la crisi della democrazia italiana. Oggi si parla delle istituzioni solo in rapporto al loro costo e tutti i partiti italiani si sono adeguati a questa deformazione. Sono state abolite le circoscrizioni nelle città  sotto i 200mila abitanti, si va verso l’abolizione delle province, si vogliono dimezzare i parlamentari e poi, aggiungiamo, i sindaci sono eletti dirattamente e formano a loro piacimento le giunte, mentre i consigli comunali sono espropriati di qualsiasi potere, i consiglieri regionali possono essere nominati attraverso i i listini bloccati, i parlamentari vengono nominati e non eletti. Viviamo in una forma di democrazia antidemocratica. E anzichè occuparci di questo ci occupiamo solo del costo delle istituzioni. Tutti sono avvinti dal mito dell’antipolitica come nel 1992 erano avvinti da quello del dipietrismo. Cavalcano la tigre e non si accorgono di essere cavalcati dalla tigre. Nessuno dice la vertà. Hanno paura. Nessuno parla del costo della macchina pubblica (la Rai è pagata dallo Stato e così pure i giornalisti che la popolano, che i magistrati sono pagati dallo Stato e hanno lo stesso trattamento dei parlamentari, che i giornali hanno provvidenze statali e sono parzialmente mantenuti e così i giornalsiti che scalpitano contro la casta). E nessuno dice che i parlamentari inglesi, tedeschi e francesi costano di più allo stato di quelli italiani, secondo le tabelle pubblicate dall’Espresso. In Italia la casta è solo quella politica, non anche quella pubblica. Il vero problema è semmai la funzionalità delle istituzioni democratiche. Semmai il problema è la scarsa qualità della clas se politica. Semmai il problema è la bassa produttività del lavoro parlamentare. Di tutto questo non si parla. Dimezziamo i parlamentari e riduciamoli ancora di più. Ogni partito la spara più grossa. Bè, se li portassimo a zero e abolissimo il Parlamento sai te che risparmi…. Basta demagogia e populismo, facciamo proposte serie, ragionevoli, utili. Diciamo la verità agli italiani. In Germania ci sono 650 deputati e in Francia 575, vogliamo portare quelli italiani al loro stesso livello? Bene. Aboliamo tutti i privilegi veri che sono rimasti, ma imponiamo calendari parlamentari dal lunedì al venerdì. E facciamo piazza pulita degli alti stipendi dei funzionari pubblici, dei presidenti e degli amministratpri delegati degli enti di stato o a partecipazione statale, evitiamo i doppi e tripli stipendi dei magistrati, i finanziamenti a pioggia ai giornali, anche a quelli finti come l’Avanti di Lavitola.Il secondo tema è costituito dall’esistenza di un doppio e grave confltto d’interessi che anima l’Italia dal 1994. Quello di una magistratura politicizzata che continua a intervenire a gamba tesa per cambiare gli equilibri politici e quello di Berlusconi che è ad un tempo proprietario dei mezzi d’informazione e presidente del Consiglio. Questo doppio conflito si è alimentato e perfino vicendevolmente coperto. Nessuno ha mai avuto interesse a eliminarlo perchè è grazie a questo doppio conflitto d’interesse che vive questo sistema politico. La sinistra ne vede solo uno (quello di Berlusconi), la destra anche (vede solo la magistatura politicizzata). Solo noi e i radicali li vediamo entrambi e dobbiamo insistere su questo, perchè si giustifica così la nostra premanenza nel panorama politico italiano. La terza questione è relativa alla crisi economico-finanziaria. La Banca centrale (finalmente è stato pubblicato ill testo della lettera di Trichet e Draghi al governo italiano) non fa solo politica monetaria, essa è il vero governo europeo e anche italiano dell’economia. Detta le leggi da approvare e anche le modalità di approvazione. Non esiste più la sovranità nazionale, dunque. E allora è evidente che la Bce copre il vuoto della mancanza dell’Europa politica. Non abbiamo un ministero dell’economia europeo e dunque altri organismi svolgono questa funzione. Bisogna fare l’Europa politica. E dunque rilanciare un sistema politico europeo anche in Italia. Qui ci vedo il tunnel (per parafrasare la parola del momento) nel quale si può incuneare il nostro piccolo partito. Europeizzare l’Italia significa creare partiti europei. Dunque forze d’ispirazione popolare e forze d’ispirazioe socialista. C’è chi dice che bisogna andare oltre. Bisogna certo rinnovare e adeguare anche le identità europee, ma a forza di andare oltre in Italia come ci siamo ridotti? Noi dobbiamo tenere duro anche per questo, soprattutto per questo. Non so se il nostro piccolo Psi sarà importante per questo appuntamento storico. Credo che però questo appuntamento sia già fissato. E noi dovremo lavorare per traguardarlo con modestia e senza pretendere che i nuovi compagni di viaggio ci riconoscano un diritto di promogenitura.

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