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Dopo l’inchiesta della Gazzetta dello sport e le decisioni del ministero degli interni sugli stadi

11 Aprile 2014 1.499 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

La Gazzetta dello sport ha chiuso oggi un’inchiesta molto eloquente sulle differenza tra le normative italiane e quelle europee attorno alla questione dalla sicurezza degli stadi. Tali differenze sono abissali. Partiamo da un punto. In Inghilterra, in Germania, in Spagna, in Francia si parte dal presupposto che i delinquenti vanno individuati e isolati mentre le persone perbene, la stragrande maggioranza, vanno invece agevolate nella possibilità di accesso allo stadio. In Italia è il contrario. Si sono considerati, senza eccezioni, tutti gli sportivi potenziali delinquenti. Col risultato che gli ultras continuano a popolare i nostri stadi e gli sportivi perbene se ne stanno a casa dinnanzi al televisore. Dal 2007 in Italia sono stati introdotti i biglietti nominativi, installati i tornelli, creati i prefiltraggi, sfornati gli steward, posizionate le video sorveglianze. Qualche anno dopo sono anche state inventate la tessere del tifoso. In nessun altro Paese europeo esiste questa assurda combinazione di strumenti burocratici. Inoltre, senza tessera del tifoso, non si può sottoscrivere l’abbonamento e non si può seguire la propria squadra in trasferta. E gli abbonati non possono cedere la tessera a chi non ha quella del tifoso, con la naturale conseguenza che molti posti restano regolarmente vuoti, vedasi quelli dello Juventus Stadium, sempre esaurito e mai pieno. Risultato: i nostri stadi sono i meno frequentati, anche quelli più comodi, coperti e senza pista (vedasi San Siro), il pubblico medio a partita è la metà di quello tedesco e quasi la metà di quello inglese.

Di più. Siccome gli steward non vanno nelle curve tra gli ultras, i biglietti nominativi non servono a nulla, perché nell’unico settore a rischio ognuno sta dove e come vuole. In Germania, in Inghilterra, in Spagna, in Francia non esistono né biglietti nominativi, né tessere del tifoso e uno sportivo può comprare il biglietto in pochi secondi, anche un minuto prima della partita. In Italia non è così. Anzi, comprare un biglietto prima della partita è praticamente impossibile. Adesso vengono annunciate nuove norme meno rigide. Ottima l’idea si stamparsi i biglietti attraverso tablet e smartphone. A Reggio Emilia come a Reggio Calabria dubito che la maggior parte del pubblico anziano possieda tali strumenti. Io continuo a sostenere che i biglietti normativi e le tessere del tifoso vadano subito aboliti. Non sono solo strumenti burocratici che scoraggiano l’accesso agli stadi.

Sono anche assolutamente inutili per garantire maggiore sicurezza. Hanno solo favorito una percentuale tra Ultras e sportivi normali piu squilibrata a vantaggio dei primi. Era questo che si voleva? Gli strumenti utili sono invece rappresentati dagli steward, dai prefiltraggi e dai posti numerati e a sedere, che peraltro non sono obbligatori in Germania. Soprattutto è utile la videosorveglianza. Questa da sola basta e avanza, se utilizzata nel modo giusto, per individuare i colpevoli di azioni violente e, volendo, anche di cori offensivi. Che vanno colpiti, anche questi, individualmente. Altra bizzarria è la discriminazione territoriale. Non si capisce bene cosa sia. Si capisce che la pagano coloro che non c’entrano. Un settore intero. Con la segmentazione degli stadi forse la pagheranno meno spettatori.

Come le liste cosiddette “corte” della legge elettorale. Che sono sempre bloccate. Non saranno più le curve, ma solo settori delle curve. Che passo avanti…. Posso dire che dalle decisioni intraprese, se verrano confermate, mi aspettavo più coraggiose novità?

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