Sopra la banca l’Italia campa?
Il nostro valido e coraggioso collaboratore Angelo Santoro, al quale l’Avanti riserverà una apposita rubrica, ha messo il dito sulla piaga. E ha ricevuto una messe impressionante di commenti a sostegno della sua battaglia. Che non è tanto contro le banche, ma contro coloro che usano le banche contro gli interessi dei cittadini. Non sto a qui a riprendere l’allucinante vicenda della azienda Mandelli di Piacenza, né quella segnalata ogni volta da tanti piccoli imprenditori e artigiani. L’impressione che se ne ricava è che senza un nuovo orientamento nel credito nessuna legge dello stato potrà essere risolutiva per la nostra crescita economica.
Intendiamoci. Le banche devono fare i loro interessi, che sono quelli di tanti risparmiatori. Ora sappiamo bene che non è stato, e forse non è, sempre così. Basterebbe pensare agli investimenti in bond di aziende clamorosamente fallite, anche se sempre tutelate e avvantaggiate dalle banche, che spesso, come nel caso clamoroso della Parmalat erano di proprietà degli stessi imprenditori. O nella frantumazione dei crediti in cosiddette pattumiere dove c’era un po’ di tutto. Buone cose miste a frattaglie. Insomma l’idea dei cittadini credo sia che le banche non solo non abbiamo fatto gli interessi delle imprese che chiedono credito, ma neppure dei risparmiatori che pretendono la tutela dei loro interessi.
Dunque la nascita di Interessi comuni, che prendendo piede anche grazie all’Avanti, si sta diffondendo in tutta Italia come associazione a tutela dei cittadini, rappresenta uno strumento utile non solo di conoscenza e di denuncia, ma anche di proposta per la soluzione dei problemi di tanti. In questo senso Santoro si è già incontrato con Nencini per suggerire alcune modifiche della legge in vigore, nel segno di una maggiore apertura e affidamento a chi intende tutelare la propria attività produttiva e a chi intende investire sulla crescita e sull’occupazione. I socialisti non possono essere insensibili a questa situazione, che vede l’Italia in un tunnel del quale ancora non si intravvede l’uscita.
È di ieri l’ultimo dato Istat sulla previsione di sviluppo che nel 2014 starà tra il meno 0,2 e il più 0,2, dunque ben al di sotto delle previsioni governative. Con la disoccupazione che continua a crescere (siamo al 12,7, con il 42,9 di disoccupazione giovanile). A questo si aggiunge la deflazione, cioè la diminuzione dei prezzi che sarebbe allo 0,1, risultato del mancato consumo, nonostante gli ottanta euro. Il governo annuncia provvedimenti, come lo Sblocca Italia per 3,6 miliardi di euro, rispetto ai dieci annunciati, la riforma della giustizia civile, con l’abbreviamento dei processi, un ulteriore sgravio sulle ristrutturazioni delle abitazioni. Poi ci sarà il Jobs act, sul quale Renzi si troverà a fare i conti col sindacato. E anche con l’amico Landini. La sensazione è che i tempi, che inevitabilmente si sono allungati rispetto alle previsioni un po’ semplicistiche del presidente del Consiglio, non ammettano tentennamenti e deroghe. Renzi, mentre gusta il suo gelato crema e limone dopo la ben più gelata secchiata di Forte dei Marmi, sostiene che farà gol sotto la curva dei tifosi avversari. Ce lo auguriamo. Di autogol questa nostra Italia ne ha già fatti abbastanza.
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