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Renzi e la fine di Craxi

23 Marzo 2015 2.383 views One CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Questo affondo della magistratura fiorentina sul governo Renzi come lo dobbiamo interpretare? E come dobbiamo interpretare le parole del segretario dell’Associazione nazionale magistrati, quel Sabelli che ha negato in televisione che i magistrati abbiano mai usato il carcere a fini di confessione dei reati e che sembra sia vissuto su Marte, quando sostiene che lo stato applaude i corrotti? Qui si è oltre il limite del lecito per un funzionario dello stato. È una dichiarazione eversiva per chi rappresenta una categoria che deve imparzialmente giudicare i cittadini. Cosa sta avvenendo nel rapporto tra magistratura e potere politico?

Sulla base dell’esperienza potremmo dare qualche buon consiglio. Tentammo con un referendum sulla responsabilità civile dei magistrati di rendere il potere giudiziario, che la Costituzione rende autonomo, ma non infallibile, uguale agli altri e anche più simile a quello di altri paesi europei. Il referendum del 1987 fu vinto a larghissima maggioranza. Poi in Parlamento, anche per responsabilità del ministro Vassalli, la legge, che giustamente i radicali si rifiutarono di votare, divenne una scatola vuota, per di più inapplicabile. Solo sei sentenze in oltre vent’anni. Combattemmo una guerra, la vincemmo, poi lasciammo le cose più o meno com’erano. Venimmo travolti anche per nostri errori, ma anche perché da quel momento il potere giudiziario ci mise al muro.

Oggi Renzi e il suo governo hanno voluto mettere mano alla legge. L’hanno fatto lasciando la cosiddetta responsabilità indiretta. Se un magistrato sbaglia paga lo stato. E l’errore può anche consistere nel travisamento di una prova o di un fatto. Poi lo stato può eventualmente rivalersi sul magistrato fino a una parte del suo stipendio. É stato anche eliminato quel filtro, sempre costituito dai magistrati, che doveva autorizzare qualsiasi provvedimento. Apriti cielo. La riforma è all’acqua di rosa. Ma basta, se sommata al problema delle ferie, per far imbufalire le toghe. Attenzione, però. O Renzi si accorge che costoro non scherzano e affonda il colpo con una vera riforma della giustizia, che preveda la separazione delle carriere, il doppio Csm e l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, o rischia grosso. Hic rodhus, hic salta Perché, lo ripetiamo, le guerre a metà, lo possiamo testimoniare sulla nostra pelle, sono tutte perse. Come dice un vecchio proverbio indiano: “Chi sveglia una tigre addormentata rischia la vita”.

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