Con l’accordo nel Pd Verdini inutile
Era chiaro come il sole. Se i dissidenti del PD avessero deciso di votare l’emendamento sul Senato elettivo forse Verdini e i transumanti da Berlusconi, ogni giorno se ne aggiunge uno, e ieri addirittura otto, sarebbero stati decisivi, ma i bersaniani avrebbero dovuto prendere atto che la loro azione era stata non solo inefficace, ma inutile. La loro sostituzione avrebbe determinato o l’accettazione della loro completa marginalità dentro il Pd o la scissione. Cosa complicata, quest’ultima, perché l’unica posizione libera è quella del polo vendolian-fassinian-civatiano. Ma come il caso greco insegna, si tratta di una posizione che alle elezioni, a maggior ragione con l’Italicum, si mette fuori dalla contesa per il governo del paese.
Dunque l’accordo, anche se non sarà esaltante, era obbligato. Nel merito risulta piuttosto enigmatico. Si tratta di tre emendamenti che oltre ai nuovi poteri del Senato dovrebbe ricalcare, sul Senato elettivo, il metodo Mattarella per l’elezione dei presidenti delle regioni, che poi si sono date ognuna di loro una legge elettorale. Cioè l’elettorato sceglie designandoli i consiglieri-senatori in un listino come quello che conteneva i consiglieri eletti col premio di maggioranza. Poi le regioni ratificano l’avvenuta elezione e nominano. Non è chiaro come, almeno al momento in cui scrivo. Se il listino sarà bloccato come quello del presidente della Regione che scatta in proporzione al premio con l’ordine di lista e si tratterebbe allora di una nomina, oppure se i cittadini potranno scegliere i consiglieri-senatori con le preferenze.
Quello che ancora non hanno capito i verdiniani di nuovo conio è che il loro ruolo diventa adesso praticamente inutile. Non perché Renzi glielo neghi, ma perché gli oppositori di Renzi dentro il Pd glielo negano. Il futuro del Pd è segnato da un doppio possibile sbocco. O il partito della nazione con Verdini e forse Alfano o l’unità del PD. Questo vale naturalmente in questa legislatura e anche per le prossime elezioni se non verrà cambiato l’Italicum. Cioè senza il recupero delle coalizioni di cui tutti parlano, tranne Renzi. E non è marginale il pensiero del leader del primo partito italiano. È evidente che con l’unità del Pd e col premio alla lista i soccorritori di Renzi hanno solo la possibilità di aderire al Pd così com’é. Altro non c’è. Vuoi proprio che Alfano, Casini e soprattutto Verdini abbiano programmato la loro scomparsa?
Mauro Del Bue
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