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La maggioranza sai è come il vento?

5 Ottobre 2015 1.094 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Abbiamo scoperto anche un Denis Verdini cantante e paroliere. Forse è l’unica attività che ancora lo vede unito a Berlusconi. Non ho particolarmente apprezzato le parole, piuttosto banali. Ma insomma, ogni botte dà il vino che ha. Tuttavia su un punto Verdini ha ragione: la maggioranza è come il vento. Anzi, la maggioranza, per usare un vecchio termine, cammina su “convergenze parallele”. Quest’ultima era stata la definizione della maggioranza formatasi dopo i drammatici avvenimenti del luglio 1960 da Amintore Fanfani, che chiese ed ottenne la comune astensione del PSI e dei monarchici al suo governo. Due partiti opposti, ma convergenti sul piccoletto di Arezzo, in una maggioranza sostituita poi da una nuova di centrosinistra.

È quel che inevitabilmente accadrà al governo Renzi. Con una possibile ulteriore conseguenza. Tra la minoranza del PD e il gruppetto verdiniano pare esista assoluta incompatibilità. Anzi, proprio oggi Speranza invita Renzi a lasciar perdere Verdini e ad accontentarsi dell’unità del PD. D’altro lato Verdini si erge a tutore di Renzi dalle incursioni al Senato dei Chiti, dei Gotor e dei Migliavacca. Tira la corda di qua e tirala di la, prima o poi il filo si spezzerà. Eppure Renzi, che non si fida dei suoi, giudica con parole di considerazione e di riconoscimento il voto favorevole dei verdiniani alle riforme. Che non sarà solo favorevole alle riforme, ma che presto si trasformerà in voto favorevole al governo.

E qui nascerà il problema. Quando Verdini dirà sì alla fiducia al governo, come voteranno i dissidenti? Oddio, da quel che finora hanno fatto, c’è da dubitare che vogliano davvero la rottura. In politica bisogna sempre considerare la conseguenza di una scelta. Un’uscita dei dissidenti dal PD potrebbe essere per loro difficilmente produttiva. Finirebbero inevitabilmente nel polo vendolian-fassiniano. Con la sindrome Bertinotti-Varoufakis dietro l’angolo, ancor più accentuata dall’Italicum. È possibile dunque che il nuovo governo delle “convergenze parallele” duri fino alla fine della Legislatura. D’altronde se i dissidenti del PD accettano Alfano, con Giovanardi e Sacconi, vuoi che siano così schizzinosi da rifiutare, dopo avere accolto la mediazione sulla splendida indicazione-nomina dei senatori, il povero Verdini, autore de “La maggioranza sai è come il vento?”. Sarebbe una discriminazione al popolo fiorentino, che col vecchio Spataro cantava: “Firenze, città di ingegni antichi….”.

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