Addio Bizzotto
Romolo Bizzotto ci ha lasciato il 27 marzo. Aveva 92 anni. Era nato a Cerea (Verona) nel 1925. Alla Reggiana era arrivato in sostituzione di Ballacci, nel secondo campionato di serie B, quello del 1965-66, dopo la promozione targata Cadè del 1964. Lo aveva voluto Del Grosso dopo i campionati in cui Romolo, capelli scuri e una sfumatura di bianco alla Aldo Moro sul ciuffo, aveva allenato il Rimini. Bizzotto guidò una Reggiana non trascendentale, privata del forte mediano Bon, passato al Palermo in cambio del ritorno di Pupo Malavasi in granata e molti milioni, dell’apporto di Giagnoni, tornato al Mantova (a Reggio era tornato Correnti), e quasi subito anche del forte esterno d’attacco De Bernardi, infortunato, alla salvezza, solo conquistata alla penultima grazie a due gol del baby Badari. L’anno dopo altra musica. Con Dante Crippa show, Mazzanti, Corni, Fogar, Giorgi, Bizzotto aveva una signora squadra che non venne promossa solo perché le promozioni erano solo due e furono conquistate da Sampdoria e Varese. Poi un campionato d’avanguardia nel 1967-68 e Reggiana che perse la serie A a Verona, con Negrisolo, Zanon, Ranzani, Fantazzi, Fanello sempre teleguidati dal fenomeno Dante e in porta Boranga ad alternarsi con Bertini II. Il campionato 1968-69 sembrava quello buono. Reggiana con un piede in serie A. Forsa bastava vincere a Modena, contro lo sgangherato undici degli attempati Toro e Merighi. Invece tornammo con le ossa rotte. Per un punto la promozione la conquistò il Bari. L’anno dopo grande euforia per l’arrivo di Galletti, Nardoni, il ritorno di Zanon, il rinvio del ritiro di Crippa, ma stavolta il duo micidiale Del Grosso-Bizzotto fece cilecca dopo il marameo di Boranga e Ragonesi. Fu retrocessione a causa di una differenza reti di un gol. Ciao Romolo, ciao anche a te magico Gigi che trasformavi bidoni in campioni, vecchie ciabatte in mocassini di lusso, per la gioia del triunvirato. Bizzotto, dopo un campionato alla Reggina, fu alla Juventus di Vycpalek e poi secondo di Trapattoni fino al 1988. Una persona cara e rimpianta da tutti. A Reggio ha lasciato ricordi indelebili. Giusto ricordarlo come un grande protagonista della storia della Reggiana. Un gigante buono.
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