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La questione morale

20 Marzo 2019 780 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

C’è chi di questione morale è vissuto e chi é morto. C’è chi l’ha proclamata per altri e non per se stesso. E c’é anche chi ha sguainato la scimitarra e lanciato la prima pietra senza accorgersi di non essere senza peccato. Partiamo dagli anni di Tangentopoli. Allora chiunque fosse stato raggiunto da un semplice avviso di garanzia doveva dimettersi. Non c’era alcuna presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio. Bastava la comunicazione di essere indagato e dovevi indossare il saio del penitente e rifugiarti sull’Aventino, isolato e insultato da tutti. I socialisti conoscono bene questo atteggiamento sollecitato dalla magistratura, da un presidente della Repubblica complice, dai giornali tutti e da tutte le televisioni, ma anche dai partiti che grazie a Mani pulite avevano risolto problemi politici divenendo poi protagonisti nella cosiddetta seconda repubblica.

Non sappiamo se Zingaretti sia effettivamente indagato. Ma anche se cosi fosse noi restiamo fedeli alla nostra ispirazione originaria e non chiederemmo mai le sue dimissioni. Un avviso di garanzia non é un verdetto di colpevolezza. Che dire dei Cinque stelle che mentre aggrediscono il Pd vengono colpiti da un mandato d’arresto per il presidente del Consiglio comunale di Roma De Vito. Quest’ultimo é stato subito espulso dal movimento, ma a Roma tra epurazioni, dimissioni, sostituzioni, la giunta Raggi sembra ormai più d’un colabrodo. Questa superiorità morale dove sta?

Qualcuno si rifa a Enrico Berlinguer e alla sua questione morale. Eppure fino al 1977 (Berlinguer era dirigente fin dalla nascita) il Pci prendeva i soldi da Mosca, secondo la testimonianza di Gianni Cervetti e del suo bel libro. Poi i suoi finanziamenti sono arrivati in vario modo, e sempre irregolare, dalle cooperativa rosse, io posso provarlo per quanto riguarda l’Emilia, ma non solo, come i casi Enimont e Greganti possono ben testimoniare. Nessuno ha mai creduto che il partito che più spendeva per funzionari, giornali, sedi, potesse essere mantenuto col solo tesseramento. E di più. Non si capirebbe il motivo per cui dopo l’esplosione di Tangentopoli il Pci, divenuto Pds, abbia venduto le sedi, poco alla volta soppresso i suoi giornali, licenziato i suoi dipendenti. Cosa gli era venuto meno?

Ma veniamo alla Lega, il gruppo che durante Tangentopoli, faceva più chiasso. Urlava contro i partiti, il sistema criminale, Roma ladrona. La Lega si é appropriata di ben 49 milioni di denaro pubblico e lo ha speso illegalmente. Facciamo due conti. La tangente Enimont, che si sarebbero spartiti tutti i partiti in proporzioni diverse, era di 100 miliardi di lire. Ora, 49 milioni sono pochissimo di meno, e sono andati a un partito solo. Aveva ragione Luciano Cafagna nel suo bel libro su Tangentopoli a sostenere che quando esplode una questione morale dietro c’é sempre una questione politica. Infatti oggi la Lega raddoppia i propri consensi. E’ immorale? No, forse non é più il tempo della questione morale.

 

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