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Primi nel mondo…

20 Marzo 2020 613 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ un primato del quale mai avremmo voluto vantarci. Ma tant’è. Oggi sappiamo che il coronavirus che é attecchito in Cina, e che ormai é stato debellato nel paese che lo ha tenuto a battesimo, ha fatto più morti in Italia. E molti di più ne sta mietendo in Europa, con la Spagna che procede a ritmi vertiginosi e con una progressione anche superiore a quella italiana. Non é questo il momento di aprire polemiche sui provvedimenti che si sarebbero dovuti adottare immediatamente e non con qualche ritardo e per di più a singhiozzo, anche perché l’Italia é stata la prima in Europa ad assumere provvedimenti restrittivi, anche se non repressivi. Restano però alcune domande ispirate al buon senso alle quali finora non riusciamo a rispondere, visto che non ci convincono tutte le giustificazioni e le precisazioni offerte al riguardo dalle autorità sanitarie. Parliamo del numero dei contagi. In Cina sono stati più di 80mila, in Italia circa 45mila ad oggi. E tuttavia i morti in Italia, con la metà dei casi, sono già ora di più. Diciamo che la percentuale di letalità che in Cina é stata del 2-3 per cento in Italia é finora circa dell’8 per cento. Le autorità precisano che in Italia il numero dei contagiati é molto superiore rispetto a quello ufficiale. Però il dato é puramente presuntivo, visto che non possiamo dichiarare positivo chi non é stato sottoposto al tampone. E se mai fosse vero che i contagiati, per far tornare la percentuale dei decessi a livello di quella cinese, fossero 150mila, allora non ci sarebbe da stupirsi che un virus nato in Cina abbia finora contagiato il doppio di italiani? Ma, si dirà, la Cina non é uno stato democratico e non possiamo verificare l’esattezza dei suoi dati. Vero, fino ad un certo punto, però, perché dovremmo anche sapere che se i cinesi avessero abbassato il numero dei contagiati, e non dei morti, la percentuale dei decessi sarebbe ancora più sfavorevole per noi. Restiamo allora alla vecchia Europa. Quest’oggi é uscita la percentuale dei decessi in Germania che é ferma allo 0,8. Perché questa disparità? Anche la Germania ha un modo di fare il conto dei contagiati diverso dal nostro? E qui si torna al discorso di ieri. Se gli stati europei non solo non hanno una strategia comune per affrontare il virus, ma addirittura dispongono di metodologie differenti nell’enumerare i contagi, siamo veramente alla frutta. Resta questo monumento eretto alla sanità italiana, un vanto per tutti noi, un modello per gli altri. E giù l’autoincesamento. Siamo i migliori, siamo un modello. Se i risultati sono questi non c’é da essere soddisfatti, mentre bisogna elogiare i medici, gli infermieri, il personale paramedico che con eroismo, e spesso anche a rischio della loro vita, stanno combattendo al fronte. Parlo infine di qualcuno tra i cosiddetti luminari che continua a frequentare i salotti televisivi e a fare la Cassandra mentre fino a poco fa riteneva assolutamente improbabile la diffusione del virus in Italia, o di chi lo aveva paragonato a una semplice influenza. Sbagliare é possibile anche tra i medici della migliore sanità del mondo. Basterebbe ammetterlo e non continuare a fare profezie, magari anche queste, auspicabilmente, sbagliate.

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