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La Repubblica di Casalino?

10 Dicembre 2020 366 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Che questo presidente del Consiglio e questo accordo Pd-Cinque stelle non fossero una soluzione adeguata alla crisi pandemica ed economica, la più grave in assoluto del dopoguerra, lo avevo sostenuto da tempo. E ora stanno venendo alla luce tutti i difetti di improvvisazione, di inesperienza, di superficialità di un esecutivo lacerato da profondi dissidi e insoddisfazioni. Sapevamo già, al momento della sua costituzione, che il presidente Conte, indifferente al cambio di maggioranza e senza adeguata preparazione politica, poteva scivolare su molte bucce di banana e che dietro l’accordo Pd-Cinque stelle, preparato dallo stesso Renzi, stava solo la paura, tutt’altro che infondata, di consegnare il paese nelle mani di Salvini. Non c’era un progetto politico e programmatico che unisse i due principali schieramenti su cui costruire un’alleanza stabile e credibile. I dissensi, tutt’altro che sanati, sull’uso o meno delle risorse del Mes, il preteso dietro front del Pd sulla riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari, la legge sulla giustizia di Bonafede accantonata, il blocco di diverse opere pubbliche, per molte regioni ritenute essenziali, la diversa impostazione del problema migranti, le mancate risposte a problemi di politica estera (il caso del giovane Patrick Zaki ancora detenuto in Egitto, mentre dopo quattro anni ancora non si è fatta luce su Regeni, e quello dei 18 pescatori italiani detenuti ancora nelle carceri Iibiche, sono sotto gli occhi di tutti e dimostrano la scarsa credibilità ed efficienza del governo italiano). Questo e altro é passato quasi sotto silenzio in questi mesi attraversati dalla pandemia e da una gestione che in Italia è apparsa a molti traballante. L’Italia, non si capisce se in base a un conteggio diverso, conta più morti della Germania, della Francia e della Spagna. I vaccini che gli inglesi, grazie ala Brexit, hanno già cominciato a somministrare alla loro popolazione e che i francesi si sono impegnati, come i tedeschi, a distribuire nei primi giorni di gennaio, in Italia saranno a disposizione, se tutto va bene, solo alla fine di gennaio. L’Italia, anche se in calo, continua a registrare un numero di contagiati superiore a quello dei paesi vicini. Per di più i vaccini anti influenzali continuano a latitare in diverse regioni (non abbiamo fatto una gran figura nemmeno sull’approvvigionamento delle mascherine, con tanto di indagini giudiziarie in corso e ritardi inspiegabili). Tutto questo era sotto il fuoco e covava. Ed è esploso, prima col voto sulla riforma del Mes, che pareva far barcollare il governo al Senato, con la dissociazione dei Cinque stelle a cui il governo e la sua maggioranza hanno saputo far fronte elaborando una mozione ambigua, peraltro votata per parti separate e capace di dir una cosa e il suo contrario, e poi con la struttura preparata da Conte per affrontare il tema del Recovery fund o Next generation, che sia. Affiancato alla struttura, che prevede due ministri plenipotenziari (Gualtieri del Pd e Patuanelli dei Cinque stelle), ma il presidente Conte come padre della santissima trinità (affiancati da sei manager dei quali non si conosce l’identità che si avvalgono prima di trecento, poi divenuti cento, consulenti), circola un atto da inserire nella prossima legge di bilancio con le cifre previste per le varie operazioni. Viene alla mente la task force di Colao, viene alla mente la teatrale consultazione del Parco dei principi, dov’è finito tutto questo? Sembra che il governo decida senza mai ricordarsi delle scelte passate che cosi finiscono tutte nel cestino. Pare che nessuno abbia deciso nulla, né il governo, né tanto meno un Parlamento ormai in disuso, mentre i partiti che lo compongono si lamentano di non essere stati consultati. Renzi, a ragione, ha posto il problema con la forza che era necessaria e a mio avviso con buone ragioni. Chi ha stabilito che per la sanità dovremo spendere solo 9 miliardi, rinunciando quindi definitivamente ai 37 del Mes a tasso praticamente zero e con un risparmio di 3 miliardi in dieci anni? Chi ha stabilito che per il turismo l’Italia debba impiegare solo 3 miliardi, un’inezia di fronte alla crisi di un settore che quest’anno ha perso i quattro quinti del suo fatturato? E cosa ci sarebbe per i giovani in un capitolo che pare debba essere soprattutto dedicato a loro? Tre righe, mentre la Francia, ricorda Calenda, vi ha dedicato 50 pagine con 23 misure concrete? Ma chi ha scritto queste note? Siamo forse finiti nella Repubblica di Casalino? Il presidente del Consiglio conosce la differenza che esiste tra la gestione di una cattedra universitaria e la presidenza del Consiglio? Si é mai verificata una cosa simile? Li immaginate Moro, Andreotti, Craxi, Amato, e con loro Prodi e Berlusconi, alle prese con problemi siffatti? Decisioni assunte senza che nessuno le abbia decise, partiti di maggioranza, tutti, compreso il Pd, che non sono stati minimamente coinvolti, strutture come la Fondazione per i servizi segreti, col presidente del Consiglio che ha mantenuto per sé la delega, che nessuno capisce a cosa serva e perché debba essere creata. Tutto questo potrà essere risolto col solito “non ci siamo capiti”? Potrà sfociare in un ennesima ricompensa? Potrà disvelare nuovi misteriosi assensi? Personalmente non lo credo. E francamente non me lo auguro nemmeno.

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