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Addio Pastor

13 Gennaio 2021 626 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Se n’é andato un altro pezzo di storia del Psi reggiano. E’ morto all’età di 98 anni l’architetto Antonio Pastorini, professionista tra i più stimati, già consigliere e assessore comunale e provinciale socialista. Con l’architetto Eugenio Salvarani Antonio Pastorini vinse il concorso d’idee per il piano regolatore di Venezia e fu tra i progettisti e pianificatori più illustri. Nel comprensorio della bassa lavorò fianco a fianco dell’ex sindaco di Guastalla Angiolino Brozzi per il piano comprensoriale che prevedeva il sostegno alle infrastrutture, vedasi la Cispadana, atte a rilanciare l’economia della zona. A Reggio a lui si devono alcuni tra i più importanti interventi urbanistici, l’intuizione di uno sviluppo nord-sud che superasse la congestione della via Emilia, l’idea della tangenziale, i progetti di alcuni moderni palazzi degli anni sessanta a raggiera del centro storico, la sede della Max Mara e molto altro ancora. Pastorini era anche pittore e scultore. A lui si deve il monumento al tabarro situato a Santa Vittoria di Gualtieri. Dotato di un’ironia speciale per molti anni venne esposta alla federazione provinciale del Psi una sua originale opera in chiaro-scuro intitolata “Vasi comunicanti” che raffigurava una cellula comunista collegata sotterraneamente a una chiesa, e dedicata al compromesso storico berlingueriano. Antonio ha riassunto in un libro centinaia di ritratti dei maggiori protagonisti della politica e dell’economia, tutti con titoli e didascalie tra il dolce e il salato. Non era un uomo a una sola dimensione. La creatività del mestiere era una dote che riversava anche nelle altre sue attività sempre arricchendole di un’ironia e un sarcasmo originali. Parlava a bassa voce, sembrava timido, e invece quando rideva capivi che dietro il suo atteggiamento riservato c’era tutto un mondo, di idee, di intuizioni, di sogni e anche di prese in giro di stampo goliardico. Come appunto fu la cerimonia d’inaugurazione del monumento al tabarro con la combriccola dei suoi amici-gaudenti sotto ad applaudire. Se ne va con Antonio Pastoriini anche un uomo che ha saputo al meglio rappresentare gli stimoli, gli ideali, il modo di vivere di una generazione che aveva vissuto la guerra, visto la morte in faccia, sofferto la miseria e poi gioito del nuovo mondo. Un gusto assaporato allora e mai più svanito. Antonio amava profondamente la vita e anche recentemente, accompagnato dalla figlia Paola, non mancava mai agli appuntamenti politici di quel che restava del suo partito. Che oggi lo piange, ma col sorriso sulle labbra, come lui, ne sono sicuro, avrebbe desiderato.

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