L’asse Roma-Grillino
Cordiale incontro tra i due nuovi leader dei due partiti, Letta e Conte. L’asse Pd-Cinque stelle si fa più saldo. A cominciare non certo da Roma, dove Zingaretti ha definito “pericolosa” la candidatura della Raggi. Un conto sono i propositi altro i fatti. C’é tempo per arrivare alle comunali d’autunno e alle regionali calabresi. E il tempo aiuta a sminare territori oggi cosparsi di esplosivi. Ma innanzitutto una domanda va rivolta al nuovo segretario del Pd e conseguentemente al nostro piccolo partito. E’ volontà di Letta costruire un rapporto strategico coi Cinque stelle, sia pur oggi coordinati dal destro-sinistro Giuseppe Conte, depurati dall’estremismo di Di Battista, riassestati da un Di Maio che si definisce liberale e moderato, anche se poi trapela in seno al movimento l’ambizione di far parte del socialismo europeo?
Questa era esattamente la linea del Pd formato Zingaretti-Bettini. In cosa intende differenziarsi la nuova gestione a parte il cambio di sesso dei due capigruppo? Pareva che in Letta fosse più avvertita la necessità di stabilire un rapporto con il polo in formazione, quello liberaldemocratico o liberalsocialista (diende da noi) e che quello, eventuale, coi Cinque stelle, fosse da rinviare alla fase post elettorale. A prescindere dalle comunali che sono rivestite di connotati del tutto particolari in cui il potenziale dei candidati (e su questo si abbassa di parecchio il peso elettorale dei Cinque stelle) risulta prevalente, l’idea che mi pareva distinguere Letta dai suoi predecessori era quella, assicurata dal metodo proporzionale, di stabilire un preventivo accordo coi partiti più affini e poi, dopo le elezioni, qualora fosse necessario per comporre una maggioranza, di aprire anche ai Cinque stelle. Mi sono sbagliato (oggi é diventato nobile affermarlo). Letta opta per il maggioritario e dunque per una preventiva e strategica intesa Pd-Cinque Stelle. Penso che le forze dell’area liberaldemocratica o liberalsocialista non possano farne parte. Il piccolo Psi che intende fare? Sabato se ne discuterà in Direzione. Vogliamo partecipare all’asse Roma-Grillino in veste di comprimari e senza un briciolo di popolo nostro che ci segua o vogliamo finalmente avventurarci nel territorio tradizionalmente nostro, coi radicali, i liberalsocialisti, i laici che di questo asse contestano perfino le fondamenta? Per quanto mi riguarda, ci tengo alla mia coerenza, la risposta é semplice. Come é noto ai miei dodici lettori, non avrei dato la fiducia al governo Conte due, anche quando Renzi contribuì in modo decisivo a formarlo, e avrei da subito fatto parte di un sottogruppo con Bonino e Richetti (Calenda). Avrei negato a maggior ragione la fiducia a quel che restava del governo Conte, senza Italia viva, lanciando già da dicembre la proposta di un governo di unità nazionale presieduto da Draghi. Avrei partecipato, come Psi (oggi la componente socialista é rappresentata da Martelli e dal suo Avanti) al lancio di questo nuovo polo. Cos’abbia intenzione di fare il Psi lo apprenderò, spero, dalle indicazioni che usciranno dai lavori della nostra Direzione. Riservandomi come sempre di dire la mia.
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