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Le due paci

8 Novembre 2022 217 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Hanno avuto significati diversi le due manifestazioni per la pace di Milano e Roma. E non poteva che essere così vista la coincidente organizzazione che ha finito per divenire contrapposizione. A Milano il corteo promosso da Azione al quale hanno aderito molti movimenti e lo stesso Psi milanese capitanato da Bobo Craxi (e al quale hanno partecipato anche la Moratti e Cottarelli) è stato ispirato ai principi di difesa del popolo ucraino aggredito e di ferma condanna dell’aggressore russo e di una pace giusta che sappia imporre all”invasore il ritorno a casa.

Come si diceva un tempo (e lo slogan doveva essere caro ai molti convenuti a Roma) “Yankees go home”, così si dovrebbe scandire analogo slogan con soggetto diverso e cioè “Putin go home”. Invece la manifestazione di Roma è stata orchestrata da Giuseppe Conte, leader dei Cinque stelle, con la parola d’ordine “Mai più armi per la guerra”. Cioè mai più armi per la resistenza ucraina. Questo dopo che il governo Draghi a larga partecipazione Cinque stelle ne aveva autorizzato l’invio con ripetuti decreti. Quale nesso ci si tra il rifiuto di continuare ad appoggiare anche militarmente un paese aggredito e la pace è presto detto. Se non solo l’Italia, per motivi strumentali, ma l’Europa tutta e gli stessi Usa sospendessero gli aiuti militari all’Ucraina in pochi giorni avremmo la pace, cioè la resa dell’aggredito all’aggressore. Questa pace, la pace dei defunti come scandisce il marchese di Posa a Filippo II nel don Carlos, è quella che desiderano Conte e molti dei convenuti di Roma? La pace attraverso un negoziato la si potrà invece ottenere solo continuando a indebolire le posizioni russe, costringendo Putin, anche attraverso sollecitazioni che gli sono pervenute dalla stessa Cina, a sedersi intorno a un tavolo senza pretendere annessioni raggiunte con referendum burla. Cioè con l’invio di armi per la resistenza ucraina. Gli italiani hanno sconfitto gli invasori tedeschi combattendo e non con letterine di pace. E gli americani e gli inglesi le armi le hanno generosamente consegnate loro, come anche i neo pacifisti dell’Anpi dovrebbero ben ricordare. Ma poi questa manifestazione romana per la pace (e non per l”appoggio alla resistenza ucraina) che si è svolta solo in Italia, e che dimostra di quali impasti anti americani, catto populisti e vetero comunisti sia ancora impregnata la sinistra italiana, a quali effetti pratici può portare? Se la tesi di Conte e dei seminatori di canti e preghiere mischiati a eredi smemorati di partigiani e di figli dei fiori prevalessero, e non sarà così, cosa sarebbe dell’Italia? Si vetificherebbe uno strappo insanabile con l’Europa (e meno male che la Meloni ha assicurato il contrario) e con gli Usa, alle prese con la democratica esigenza di sbarrare la strada al trumpismo. L”Italia si laverebbe ponziopilatescamente le mani nei confronti di un conflitto destinato a proseguire con gli aiuti degli Usa e di tutti gli altri paesi europei. E resterebbe sola. Come invece non ha voluto rimanere Enrico Letta che ha finito per macchiare la sua cristallina posizione sull’Ucraina con una partecipazione contestata alla manifestazione di Roma. Non potevano mancare gli insulti e le accuse di un popolo pacifista particolarmente aggressivo. Chi causa del suo mal pianga se stesso.

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