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Renzi, Craxi e Nordio

30 Maggio 2023 192 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ho ascoltato interamente il discorso di Matteo Renzi al festival della giustizia del 19 maggio. Vi ho trovato tutte le posizioni che i socialisti, spesso in disperata solitudine, hanno manifestato nel corso di questi trent’anni, sempre osteggiati e financo criminalizzati da destra e da sinistra. Vediamole 1) Il caso Tortora é il caso dei casi. C’é un errore giudiziario voluto (la confusione tra Enzo Tortora e Renzo Tortona), c’é la consapevole continuità dell’errore (il procedimento dura sei anni), c’é la promozione al Csm di chi aveva agito proditoriamente contro di lui, provocandone malattia e morte. La cosa più grave di tutte è il premio per chi doveva essere punito. 2) Il giudizio di Renzi su Tangentopoli é quello di un’iniziativa alla quale la classe politica di allora, obiettivamente indebolita dagli eventi, non osò opporsi. Solo Bettino Craxi ebbe.il coraggio di prendere la parola alla Camera nel luglio del 1993 sostenendo che tutti i partiti facevano uso del finanziamento illecito e sollecitando ognuno di alzarsi e giurare che non era vero e quel tale prima o poi si sarebbe rivelato spergiuro. Gli altri preferirono calarsi le braghe e accettare l’assurda equiparazione di un semplice avviso di garanzia a una condanna preventiva. Con essa generando l’assurda consapevolezza nel Paese che la politica fosse tutta colpevole mentre tutti gli altri poteri innocenti. E si é provato che non era così. Fu il primo passo dell’invasione del potere giudiziario sulla politica. Il secondo si ebbe con la continua messa sotto tutela giudiziaria di Silvio Berlusconi a partire dalla sua discesa in campo nel 1994.

3) In Italia il sistema giudiziario non funziona. Una recente indagine dimostra che il 65% degli italiani non crede più alla magistratura e un italiano su due non denuncerebbe un reato. Occorre prenderne atto e lanciare un’operazione di credibilità che non può essere fondata sulla parzialità. Le correnti del Csm non sono più uno specchio di opzioni culturali differenti, ma uno strumento balordo di spartizione del potere. Renzi denuncia che il guru di Magistratura democratica sul suo giornale ha scritto che “bisogna stringere un cordone sanitario attirno a Renzi”. Comee si fa a non pensare che poi i magistrati aderenti a quella corrente non si sbilancino in operazioni giudiziarie anche senza motivo? Occorre riformare il modo di elezione del Csm che deve essere fondato, Renzi non si è detto contrario neanche al sistema del sorteggio, sul merito e non sulla corrento-crazis
4) Lo Stato, la magistratura, ma soprattutto l’informazione non sono fondati sul garantismo. L’intreccio tra informazione e magistratura alla luce di leggi dello stato, anche disattese, provoca danni irreparabili alle persone. Un’informazione di garanzia viene pubblicata a tutta pagina e di essa le televisioni parlano a lungo mentre ad un’assoluzione dedicano solo un trafiletto e due parole. L’Italia é in testa alle condanne della Corte eurooea dei diritti dell’uomo per la durata dei processi ed é chiamata ogni mese a sborsare due milioni e mezzo di risarcimento per ingiusta detenzione
5) Il populismo e il giustizialismo sono profondamente legati. Spesso, se non sempre, il secondo é la conseguenza del primo. Mentre nel 1992 la Lega del “Roma ladrona” sventagliava il cappio alla Camera, poi si saprà che si prendeva 200 milioni nella spartizione delle tangenti, oggi i Cinque stelle agitano le manette, ma sono pericolosi perché sperperano i soldi dello Stato col reddito di cittadinanza che genera abusi e col 110 per cento, fatto per i più ricchi e pagato dai più poveri. Come diceva Benedetto Croce in politica l’onestà é la competenza. L’incompetenza é disonestà. E che dire di Grillo che se la prende coi giornali e coi magistrati solo perché é indagato suo figlio? E di Travaglio che é stato condannato per la vicenda Previti? Anche se avesse la fedina penale pulita Travaglio resterebbe ugualmente pericoloso perché semina odio.
6) L’assenso di Renzi al pacchetto di riforme enunciato dal ministro Nordio é assoluto. In particolare sul tema della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. Mentre la riforma Cartabia é un compromesso che non tocca alla radice i problemi. Si tratta di una riforma “più inutile che dannosa”. 6) Renzi si é poi soffermato sui magistrati fiorentini che lo hanno indagato e che hanno arrestato sua madre e suo padre. Li ha denunciati. Dopo tre anni sono ancora fermi all’udienza preliminare. Evidentemente non hanno scoperto nulla e tirano avanti sperando, loro, nella prescrizione, per accusarlo di averne beneficiato. La nonna di 103 anni, l’unica della famiglia che non é stata inquisita, ha sottolineato ironicamente Renzi, gli diceva “male non fare paura non avere”. Non é vero. Bisogna temere una magistratura che col sistema della “pesca a strascico” cerca quel che non sa requisendo telefonini ed entrando nella vita intima di ciascuno di noi per raccogliere prove su reati non previsti dalle indagini. Si tratta di un metodo ritenuto illegittimo dalla Corte.
Infine una considerazione politica. E’ vero che il Renzi, segretario del Pd e presidente del Consiglio, non aveva le stesse posizioni del Renzi di oggi. Viene tuttora ricordata la risposta all’idea di intestare una via di Firenze a Bettino Craxi definita come “non pedagogica” e le sue timidezze se non reticenze ad affondare la lama sulle stesse questioni oggi da lui denunciate. Si potrebbe anche ritenere che il suo coinvolgimento diretto nelle indagini abbia influito sulla sua revisione. Ma in politica contano i fatti e degli errori di valutazione precedenti Renzi stesso ha fatto ammenda. Ieri era un leader di un partito con più del 40% dei voti e oggi é presidente di un piccolo movimento sondato sotto il 3%, ma condannato per un referendum costituzionale che aveva una sua validità contrariamente a quello approvato sul taglio dei parlamentari. Oggi Matteo Renzi, dopo i litigi con Carlo Calenda, ieri assopiti e sfociati nell’accordo di mantenere i gruppi parlamentari unici e di formare una lista unica alle prossime elezioni europee, si propone, assieme a Carilo Calenda, e forse ancor più del secondo, come alfiere di una grande battaglia per una giustizia giusta. E i socialisti non possono che essere al suo fianco. Mi verrebbe da dire “senza se e senza ma”. Preferisco dire, per non scadere nel sindacalese, con convinzione e orgoglio.

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