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E adesso?

27 Giugno 2023 135 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

a vedere la foto del militare che guidava la brigata Wagner verso Mosca, certo Utkin, volto da terribile guerriero astrale con tatuaggi nazisti (a proposito di denazificazione ucraina) e dai ritrovamenti di cui si parla, di decine di milioni, armi e droga nel comando militare della Wagner di Sanpietroburgo di Prigozhin, vien quasi da tirare un sospiro di sollievo sul fatto che costoro non abbiano conquistato il potere. E invece… Ma restiamo ai propositi formali dichiarati quest’oggi dallo stesso Prigozhin, pare dal suo rifugio in Bielorussia. Partiamo dal cosiddetto rifugio. Davvero il vassallo di Putin, cioè Lukaschenko, é in grado di proteggere il suo cuoco senza il consenso dello stesso Putin? E perché Putin accetta che Progozhin sia protetto? Poi, nel merito delle affermazioni di quest’ultimo. Davvero si era progettato un colpo di stato che mantenesse il presidente di prima? Dice Prigozhin che il suo obiettivo non era la destituzione dello zar, ma solo la sostituzione dei vertici militari, cioè Soighu, ministro della difesa e vecchio uomo di governo a partire dal 1991, già con Elstin, e Gerasimov, capo di stato maggiore. Un colpo di stato per fare una crisi di governo? Anzi un mero rimpasto? Tutto questo stona maledettamente con la logica prima che con la politica. Tutto come prima allora? Uno parte con 25mila uomini pronti a morire poi si ritira per non far scorrere sangue russo. Non solo, ma prima rilascia un’intervista in cui accusa la Russia di aver inventato pretesti per scatenare la guerra e poi la continua con la stessa brigata Wagner che era stata fondamentale nella conquista di Backmut? Aspettiamo il seguito di questa tragedia-farsa russa. Nel suo Guerra e pace Tolstoi descrive molti personaggi impegnati nella resistenza ai francesi. Nessuno che possa essere paragonabile a un tale animato da queste scelte pazze e innaturali. Eppure anche le farse possono avere un finale serio così come la tragedia può volgere in commedia, come cantano i congiurati in Un ballo in maschera. Non v’é dubbio alcuno che nella scelta della trattativa (affidata a Lukaschenko), e non dello scontro, Putin abbia denunciato la sua debolezza, così come nel non punire (cioè ammazzare) i congiurati come aveva preannunciato la mattina del sabato in diretta televisiva. Se poi avesse davvero deciso, per sedare la rivolta, di sostituire Soighu e Gerasimov, saremmo al punto di non ritorno, cioè all’eclissi di una leadership. Forse si é aperto uno spiraglio per la pace (é evidente che chiunque succederà a Putin lo farà con questa prospettiva). Non ho mai diviso gli uomini in buoni e cattivi. Ci sono stati uomini pessimi come il generale Badoglio, vero e proprio carnefice in Abissinia, che sono serviti dopo la caduta del fascismo. Per non parlare di Dino Grandi, fascista della prima ora, estremista e contrario al patto di pacificazione coi socialisti fino al punto, su questo, di superare in intransigenza lo stesso Mussolini, che poi diede il colpo finale al regime. Vedremo se anche il trafficante di morte Prigozhin e il suo fido carnefice Utkin, saranno stati utili per un nobile scopo: quello di preparare l’avvento di una nuova fase in Russia. E di finire una guerra immotivata che troppe vittime militari e civili ha già sacrificato.

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