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Una marea e una riflessione

28 Novembre 2023 140 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sì, é stata una marea quella che ha invaso le piazze delle nostre città sulla scia della profonda emozione per l’ennesimo atroce femminicidio consumato a Venezia. E che ha partorito la nuova convergenza tra maggioranza e minoranza e la nuova legge subito approvata. Sono certo che la stragrande parte di questo popolo composto soprattutto di donne intenda far valere qualsiasi buon motivo per dire definitivamente no a un massacro che nell’ultimo anno ha mietuto oltre cento vittime. Mai si era verificato e questa onda d’urto non potrà passare inosservata. Poi c’é una minoranza politicizzata che svalvola vecchi slogan frutto o di ignoranza o di malafede. E che dipinge l’Italia come un paese del medio evo. Di seguito un elenco, in ordine cronologico, delle leggi e delle riforme che hanno contribuito al miglioramento della condizione femminile, sia in famiglia che in ambito lavorativo. Nel 1946 per la prima volta le donne italiane ottennero il diritto di voto, sulla scia di una lunga battaglia promossa, anche in dissenso dal suo compagno Filippo Turati, dalla grande Anna Kuliscioff. Nel 1963, primo governo di centro sinistra, il secondo passo verso una maggiore tutela dei diritti delle donne si è avuto con l’entrata in vigore della legge che, all’articolo 1, sancisce la nullità di qualsiasi clausola contrattuale che preveda la possibilità di licenziare le donne dipendenti in caso di matrimonio, gravidanza e maternità. Sempre nel 1963, le donne hanno ottenuto l’accesso alla Magistratura mentre nel 1981 alla Polizia di Stato e soltanto nel 1999 alle Forze armate e Guardia di Finanza. Nel 1970 grazie ai radicali e ai socialisti, si é imposta la nuova legge sul divorzio, confermata col referendum del 1974, Col nuovo diritto di famiglia votato nel 1975 scompare il patriarcato e marito e moglie diventano uguali di fronte alla legge. Nel 1978 viene approvata la legge sull’aborto confermata col referendum del 1981. Con legge dello stesso 1981 scompare il cosiddetto delitto d’onore, che consisteva in uno sconto di pena all’omicidio compiuto da un uomo nei confronti della donna fedifraga. Altro passo importante per i diritti delle donne è l’istituzione delle quote rosa all’interno della Pubblica Amministrazione a cui si arrivò nel 2011, dopo il recepimento delle direttive europee in materia di pari opportunità nel mondo del lavoro. Nel 2009 é la volta della legge sullo stolking e i maltrattamenti in famiglia. E poi la legge che punisce da uno a sei anni coloro che, per vendetta o gelosia, pubblicano foto o video a a sfondo sessuale senza il consenso dell’interessata e poi gli interventi per il congedo parentale e l’assegno unico universale per la genitorialità. Da ultima questa legge diciamo Meloni-Schlein. Ho voluto ricordare questo percorso segnato da meravigliose conquiste civili che portano generalmente l’impronta socialista per ricordare a quella minoranza che l’Italia non é l’Iran e che nessun paese islamico può vantare una sia pur paragonabile sintesi di diritti alle donne come il nostro. E anche, sommessamente, che le donne e le ragazze israeliane sgozzate non hanno meno diritti delle donne palestinesi. Ho letto in un documento di costoro che Israele sarebbe uno stato coloniale. Qui siamo di fronte o all’ignoranza della storia o all’imbecillità di gruppo. Chi avrebbe mai colonizzato Israele? Quale stato arabo? Quale stato palestinese che non esisteva e nei territori del quale, come ipotizzato dall’Onu si sono subito fiondati Egitto e Giordania? Piuttosto per stare ai fatti si può conoscere il motivo per cui una telefonata d’allarme alle forze di polizia è stata subito archiviata? Mancano le forze? Allora si dotino le forze di polizia di centinaia di migliaia di unità in più. E al telefono si impieghino persone più sveglie e intuitive.

 

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