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Ma é Di Pietro?

1 Giugno 2024 243 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Era già successo a Borrelli che aveva chiesto scusa per Mani pulite, aggiungendo che “non valeva la pena buttare a mare il mondo di prima per cadere in quello di oggi”. Ma nessuno davvero credo di aspettasse un cambio a 180 gradi delle convinzioni di Antonio Di Pietro, oggi improvvisamente vestito dei panni del garantista radicale e del convinto sostenitore del pacchetto di riforme di Nordio. Ecco le sue testuali parole tratte da una sua intervista al Corriere del 31 maggio del 2024: “Vedo tanta ipocrisia in chi critica la separazione delle carriere dei magistrati…… una volta imboccata la strada del sistema accusatorio…. non c’é dubbio che debba esserci un giudice terzo che non ha nulla a che spartire né con il piemme né coi difensori… Il piemme dovrebbe anche trovare prove a favore della difesa ma spesso non é così (a chi si riferisce, forse al Di Pietro 1?)….. Spesso assistiamo a indagini a strascico su questo o quel personaggio per cercare qualcosa di cui incolparlo mentre si dovrebbe procedere solo dopo che si ha la certezza che un reato é stato commesso (e qui non si può dire che il riferimento sia puramente casuale all’interlocutore)…. L’Alta corte disciplinare? Mi sembra il minimo sindacale. Ben venga….. Mi piace anche il sorteggio per l’elezione del Csm…. Cosa avveniva al Csm ce lo ha spiegato l’ex giudice Palamara, ma solo perché lui é stato intercettato. Ma chissà quanti altri Palamara si scambiavano nomine: alla tua corrente va il posto di procuratore capo in quella città e all’altra corrente va quello di presidente del Tribunale nell’altra. L’idea stessa che vi siano delle “correnti” nella magistratura fa a cazzotti con l’immagine di terzietà e indipendenza che la Costituzione ha assegnato ai magistrati”. Sinceramente ho letto più volte non solo l’intervista ma anche il nome dell’intervistato. Non ci volevo credere. Ma é scritto proprio Antonio? Non é un Di Pietro Francesco o Amedeo? O anche solo Antonino, per differenziarlo dall’inflessibile (solo per alcuni) toga di Mani Pulite e fondatore dell’Italia dei valori (immobiliari?).No. C’ê scritto proprio Antonio Di Pietro. E’ lui il giudice di Milano convertito. Ben venga allora. Lo dico a nome di tutte le vittime di Tangentopoli. Lo dico a nome di Moroni, di Cagliari, di Craxi e di Cusani e anche del povero Citaristi. A nome dei molti che sono morti, come Balzamo, anche di crepacuore. Siete riabilitati. Il vostro accusatore ammette che il piemme non cerca prove per la difesa, che é connivente col giudice, che il Csm é lottizzato in partiti e si spartisce le nomine. Insomma, una giustizia così non é in grado di giudicare. Ma si, lo ripeto. Siete riabilitati. Anzi. Siete stati dichiarati innocenti.

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