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Sull’Esame di Stato

L’on. Mauro Del Bue è intervenuto alla Camera sul disegno di legge del ministro della Pubblica istruzione che propone modifiche all’esame di Stato. Del Bue ha detto tra l’altro: “Mi pare assurdo che il primo provvedimento presentato dal nuovo ministro della Pubblica istruzione sia attinente l’esame di Stato. Quando un ministro della Pubblica istruzione non sa cosa riformare in Italia, riforma l’esame di Stato, che in trent’anni è stato modificato quattro volte. L’ultima dal ministro Berlinguer nel 1997. La modifica principale riguarda la composizione delle commissioni d’esame, che divengono miste, composte al 50% dai commissari interni e al 50% da esterni. Il voler introdurre i commissari esterni rappresenta per il ministro e per la maggioranza che lo sostiene la garanzia che verranno superati i cosiddetti diplomifici, e che l’esame sarà più rigoroso e selettivo. Si giunge quindi alla considerazione, assai discutibile, che l’esame in sé dovrà rappresentare per gli studenti una nuova prova del fuoco. Conteranno meno i docenti che hanno conosciuto lo studente avendolo seguito e valutato per anni. Tanto che nella valutazione in centesimi 30 punti sono affidati al colloquio orale (45 alle tre prove scritte) e solo 25 sono rappresentati dal credito scolastico, cioè dal rendimento precedente. Come dire: è più importate, nella valutazione finale, l’esito dell’esame svolto da chi non ha mai conosciuto prima lo studente, di quanto non sia la valutazione svolta da chi lo ha seguito da vicino. Questo mi pare assolutamente inaccettabile. Come inaccettabile mi pare l’idea di permettere agli studenti del penultimo anno che hanno conseguito l’8 in tutte le materie o il 7 nei due anni precedenti il penultimo, di presentarsi all’esame di Stato saltando il quinto anno. Perché gli studenti meritevoli dovrebbero saltare un anno di lezioni, di esperienze, di conoscenze? E infine vogliamo contestare il dispositivo che ci fa ritornare alla riforma Gentile del 1923 di un verticismo ministeriale nella scelta delle materie su cui svolgere le prove scritte. La riforma Moratti aveva decentrato questa compito all’Invalsi (l’Istituto di valutazione) che viene invece ignorato dalla legge in votazione alla Camera. Insomma questo governo di centro sinistra ha partorito una bella riforma di destra. Ci auguriamo che al più presto, e questa è la vera emergenza scolastica, ci venga a riferire, sulle decisioni da intraprendere a proposito delle riforma Moratti. E’ stata sospesa la fase di sperimentazione. E va bene. Ma il ministro ha qualche idea di riforma? Cosa vuole salvare della legge Moratti e cosa vuole modificare? E’ troppo pretenderlo al più presto questo pronunciamento?