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Sinistra e libertà si ferma al 3,1%, crolla il Pd al 26%, scende anche il Pdl al 35%. Trionfa la Lega

8 Giugno 2009 1.029 views 2 CommentsStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sinistra e libertà non ce la fa a superare la soglia di sbarramento del 4%. Quella che è diventata la Lista Vendola non riesce a sfondare in un elettorato nordista che non ne ha subito il fascino. Dispiace il fatto che, sommando i voti di Sinistra e libertà con quelli della lista Bonino- Pannella, la soglia sarebbe stata abbondantemente superata. Bisogna però precisare che Pannella non è certo stato sensibile alle sirene socialiste e ha avuto nel contempo il veto, davvero incomprensibile, da parte dei vendoliani. Pannella racimola un 2,5%, che è grosso modo il dato dela Rosa nel pugno del 2006. E al Nord consegue risultati superiori alla stessa lista di Sinistra e libertà. Il Pd si dice soddisfatto perchè ha perso solo il 7,3%. Contenti loro… Per di più il Pd sta perdendo molte province e molti comuni anche importanti. Desta una certa sorpresa  la flessione del Pdl, che perde consensi rispetto alla politica dello scorso anno e si posiziona al 35%. Si tratta di un risultato molto deludente, soprattutto se rapportato alle aspettative della vigilia. I veri vincitori sono stati Bossi e Di Pietro. E anche questo era nelle attese. Ma il risultato della Lega al nord va forse sopra le stesse aspettative e i sondaggi. Per la prima volta nella storia d’Italia la Lega supera a livello nazionale il 10%. Ed entra prepotentemente, come mai era successo prima, in Emilia, setacciando voti anche nel serbatoio di sinistra. Adesso la nostra piccola comunità socialista ha di che interrogarsi e proporsi un delicato “Che fare”. Che si impone, stavolta, davvero. Il “non fare” equivale infatti oggi più che mai al “non essere”. Rifletteremo insieme nella segreteria nazionale di mercoledì. Per quanto mi riguarda dico subito che non sarò disponible a confluire nell’eventuale, ma già conclamata, costituente convocata da Vendola. Non mi pare che il futuro dei socialisti riformisti e  liberali sia quello di una micro forza collocata a sinistra del Pd. Credo invece che la crisi del socialismo europeo debba essere affrontata anche in Italia non riproponendo meccanicamente lo slogan del socialismo europeo, ma creando un’area liberalsocialista, laica e riformatrice che inizi un percorso di “associazione” coi radicali e di confronto con il Pd.

2 Comments »

  • Marco said:

    C’è un dato – purtroppo non completamente verificabile – che sembra emergere da diversi sentori, dalle telefonate a radioradicale, dalle dichiarazioni di voto sul sito radicali.it, da quello che si sente in giro parlando con gli amici e compagni anche di estrazione socialista : rispetto all’epoca antecedente alla RNP parrebbe essersi verificato un cambiamento nella natura e nella qualità del voto radicale. Se il dato numerico resta al 2,5, le persone che stavolta hanno votato Lista Pannella-Bonino NON sono le stesse di 5 anni fa ; il voto ha una certa trasversalità come sempre, certo, ma una buona parte (ipotizzo i 2/3) viene dal centrosinistra e non piu’ dal centrodestra. Si sono invertiti i rapporti. Per questo Lei ha ragione quando dice che con Pannella in S&L si sarebbe potuto raggiungere il quorum: i voti delle due forze non si sarebbero completamente sommati ma un 4,5 sarebbe potuto arrivare, tenendo anche conto che S&L avrebbe potuto anche beneficiare di quegli sforzi mediatici messi in atto da Marco che, alla fine, in qualche misura hanno pagato e si sono rivelati assai piu’efficaci della rassegnazione Vendoliana all’esclusione televisiva.
    (e comunque, ma di questo si è gia’parlato abbastanza, in TV si è visto solo Vendola, che polemizzava con Ferrero, mai un socialista, il lato riformista di Sinistra e Libertà e rimasto troppo scoperto,ecc.ecc.)

  • fabio ruta said:

    Il problema principale di “sinistra e libertà” è quello di darsi una progettualità ed una forma organizzativa che corrispondano ad un profilo identitario – seppure plurale – riconoscibile. Non mi pare sia stato sciolto il nodo della soggettività politica: riformismo o massimalismo? I contorni sono ancora piuttosto incerti e confusi. L’urgenza dovuta alla legge elettorale ed allo sbarramento ha accellerato il processo aggregativo ma “S&L” non appare come un soggetto politico identificabile, spesso viene “letto” solamente come la componente scissionista di Rifondazione. Penso che la componente socialista debba porre come pregiudiziale – per la propria adesione e permanenza al progetto di “sinistra e libertà” – l’apertura di un cantiere di confronto (e di possibile “allargamento”) con la galassia radicale e con altre componenti liberali e progressiste. Questo passo, al di là delle percentuali elettorali che pure significano qualcosa, è necessario per creare veramente una nuova sinistra, sotto il profilo dei contenuti, delle identità politiche, degli itinerari di provenienza. Lo dico io che provengo dalla FGCI e dal PCI – e non me ne vergogno affatto – oggi occorre costruire una “sinistra liberal-socialista”, laica, non dogmatica, progettuale. Una sinistra che faccia i conti con i fallimenti fragorosi delle ideologie e con l’usura delle forme partitiche tradizionali ma che sappia riallacciarsi alle migliori tradizioni e idealità socialiste, libertarie, azioniste, democratiche.

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