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Portanova: la mia opinione

18 Luglio 2023 472 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Rispetto l’opinione che, su quel che è divenuto il caso Portanova, hanno espresso Liusca Boni e l’onorevole Ilenia Malavasi. Devo tuttavia rilevare una contraddizione nelle loro posizioni. Entrambe ammettono che una condanna di primo grado non è una condanna definitiva (aggiungo che i casi clamorosi di ribaltamento delle sentenze sono all’ordine del giorno, la più recente riguarda il calciatore francese Benjamin Mendy), ma ugualmente esse ragionano come se la sentenza fosse definitiva. Mi chiedo sommessamente se un lavoratore dopo una condanna di primo grado, che non è quasi mai esecutiva, deve perdere il suo lavoro. E visto che il lavoro di Portanova è quello di calciatore, se un calciatore dopo una condanna di primo grado non debba più svolgere la sua professione. Sarebbe molto grave che questa convinzione fosse estesa a tutti. Perchè generalizzando le posizioni di Liusca e di Ilenia a questo si arriverebbe. Ma dico di più. E’ stato giusto che il nostro ex Michele Padovano sia stato praticamente espulso dal calcio ove era intento a sperimentarsi come direttore sportivo, e poi sia stato dichiarato innocente in Appello dopo ben 17 anni? Chi lo risarcirà dei danni non solo morali prodotti? E ancora. Nessuno si è posto il problema della accusa per violenza sessuale di Kobe Bryant a cui Reggio Emilia ha dedicato una piazza? Pare, secondo i giornalisti americani, che per tacitare la diciassettenne che lo aveva denunciato nel 2003, il campione sia stato costretto a versarle ben 2milioni e mezzo di dollari. E di Cristiano Ronaldo ne vogliamo parlare? Accusato di violenza sessuale da una modella nel 2010 le parti in causa si misero d’accordo per il pagamento da parte del portoghese di 375mila dollari. E di Maradona? Qui non basterebbe un articolo. Eppure i grandi campioni Bryant, Ronaldo e Maradona sono stati osannati e riveriti sempre. Un po’ di moderazione, dunque. Se Portanova verrà ritenuto colpevole a processi espletati è giusto che paghi per un crimine odioso. Ma fino a che la condanna non sarà definitiva è giusto che possa lavorare. Anche se non si chiama Ronaldo o Maradona. Un precedente a Reggio. Si. Nel 1950 la Reggiana ingaggiò l’ex torinese Guido Tieghi che aveva pagato con un anno e mezzo di galera un omicidio politico del dopoguerra e poi venne assolto. A Reggio lo aspettarono col pugno chiuso. Altri tempi…

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