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Rifare il Psi? Lo dicono da destra e da sinistra, ma sbagliano

15 Agosto 2010 1.388 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Si dice che bisognerebbe ricostruire il Psi. Ma con questo sistema politico-istituzionale è impossibile. Almeno il Psi così come noi l’abbiamo conosciuto e sostenuto e, per quanto riguarda alcuni di noi, anche più o meno autorevolmente interpretato. Non parlo delle sue tare, e ne aveva, nè dei suoi errori, che indubbiamnte Craxi, il suo leader, ebbe modo di compiere soprattutto dopo l’89. Parlo della sua essenza politica, quella che a giudizio di molti, e io sono tra questi, bisognerebbe riuscire a far rivivere oggi, quella della quale oggi vi è indubbiamente bisogno. Dicono da destra: il Psi era contro i poteri forti rappresentati soprattutto dal cosiddetto partito trasversale di “Repubblica”, appoggiava Berlusconi e Mediaset, e non certo De Benedetti, aveva come avversario primario lo scalfarismo, nei suoi progetti vi era la Repubblica presidenziale, aveva sfidato i comunisti e la sinistra ufficiale sulla scala mobile e sui missili a Comiso, aveva proposto la repressione in tema di droga e rivalutato lo spirito nazionale, con una sorta di socialismo tricolore. Anche per questo veniva votato da settori che con la sinistra non avevano nulla a che vedere. Vero. Ma oppongono da sinistra: il Psi era parte del Partito socialista europeo, Craxi era vice presidente dell’Internazionale socialista, il Psi era il partito di Loris Fortuna e delle grandi battaglie di laicità che avevano spiazzato anche i comunisti, era il partito di Martelli e della prima legge sull’immigrazione, era il partito delle componenti socialiste della Cgil, della Uil e della cooperazione, era il partito delle giunte di sinistra nelle grandi città. Vero anche questo. Sia coloro che ragionano da destra sia coloro che lo fanno da sinistra dicono cose giuste. Il problema è che dicono verità parziali. La verità intera è che il Psi era entrambe queste cose e sapeva intrepretare valori e programmi che erano di sinistra, ma anche di destra. Quindi era un partito non omologabile a nessuno dei due poli oggi esistenti. Aggiungono da destra: il Psi è stato fatto oggetto di una criminalizzazione da parte degli ex comunisti, che hanno approfittato della rivoluzione giudiziaria per regolare i conti con la storia, stretti com’erano tra la caduta del comunismo e l’unità socialista proposta da Craxi. A maggior ragione un’alleanza con questi ultimi, giudicati “i nostri carnefici”, è sconsiderata. Ma aggiungono da sinistra: a fare a fettine i socialisti ci hanno pensato anche da destra. I primi giustizialisti sono stati proprio i leghisti (come dimenticare la scena del cappio alla Camera?) e lo stesso Berlusconi con le sue televisioni non ha mancato di fare la sua parte (ha anche proposto a Di Pietro di fare il ministro in piena Tangentopoli). Aggiungo io: si può essere della prima idea, e per un periodo di tempo anch’io ho considerato possibile una collocazione socialista, pur considerandola anomala e transitoria, in alleanza con il centro-destra. Ma se tale collocazione diventa non un’alleanza, ma addirittura una confluenza in un altro partito (Forza Italia e oggi il Pdl) e per di più assume valore strategico (con tanto di collocazione internazionale in altro schieramento politico) allora vien meno l’identità. E credo che si possa essere ottimi amministratori e uomini di governo come secondo me lo sono i vari Frattini, Sacconi, Tremonti, Brunetta, ma non si può essere altro che ex socialisti confluiti in un Partito popolare, per di più a carattere plebiscitario e monocratico. E aggiungo che se si vuole affermare oggi un’identà socialista, e riprendo l’inizio, non si può che favorire con tutte le armi, che sono per noi oggi davvero spuntate, la rivoluzione di questo sistema politico-elettorale anti identitario e fondato sul bipolarismo anomalo italiano. Al di fuori di questo si può solo tentare di sopravvivere o illudersi che vi siano salvatori della patria che nulla hanno a che fare con noi, almeno con quanti di noi non rinnegano i valori fondamentali della loro storia.

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