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Irrealizzabile (per fortuna) un’alleanza da Casini alla Fiom

18 Ottobre 2010 1.091 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Dico quel penso. Anzi quel che ho sempre pensato, che ho detto in tutte le sedi di partito, che ho ripetuto al congresso di Perugia del Psi. Il nostro piccolo partito ha un senso solo se non rinnega la sua identità, che non è solo un vago apparentamento col socialismo europeo, ma la coerenza con alcune scelte di fondo compiute in passato dal vecchio Psi. Questo naturalmente non significa non guardare al presente e al futuro con lenti nuove, cogliendo le prepotenti novità nello scenario internazionale e nazionale (penso sopratttutto alla lotta al terrorismo di Al Quaida e alla globalizzazione economica, che non erano certamente questioni così prioritare negli anni ottanta e novanta). Non penso affatto, tuttavia, che le novità di oggi debbano consentirci di cambiare sostanzialmente le nostre scelte di fondo su alcuni punti chiave. Se la globalizzazione impone nell’agenda al primo posto il tema del lavoro, non credo che possa essere di qualche utilità un sindacalismo estremista, ideologizzato, che parla di sciopero generale come di una panacea, che non accetta di rivedere se stesso alla luce della prepotenti novità e di contrarre un nuovo patto sociale con l’impresa. Avevamo torto noi quando parlavamo di patto sociale, quando sfidammo l’estremismo sindacalista al referendum berlingueriano sulla scala mobile, appoggiati da Cisl, Uil e componente socialista della Cgil? Non credo proprio. Non voglio contrapporre lavoro a diritti. Ma è davvero prioritaria oggi per un lavoratore italiano la cosiddetta questione dei diritti (Pomigliano a giudizio di Pietro Ichino, del Pd, non ha affatto contraddetto la Costituzione, ma al massimo il contratto nazionale dei metalmeccanici) o non è prioritario, da un lato, il mantenimento del posto di lavoro e, dall’altro, l’aumento del salario, divenuto, nell’indifferenza di tutte le parti sociali, il peggiore di tutta  Europa? Ha fatto bene Riccardo Nencini a non aderire alla manifestazione della Fiom. Il Psi non può contraddire le sue convinzioni. Quando su Sinistra e libertà mantenevo tutte le mie riserve, trasformate poi in netta contrarietà, non mi nascondevo le profonde differenze di giudizio proprio su questi temi. Fino a che punto le nostre presunte convenienze tattiche ed elettorali potevano nascondere le opposte posizioni su questioni di fondo? Ormai siamo al dunuque anche perchè lo scenario è preelettorale, o almeno di questo ormai si ragiona. L’intervista di Casini al Corriere è ineccepibile. Difficile, anzi impossibile, per lui, mettere insieme Fiom e Udc, cioè sinistra estrema e centro. E il Pd scelga. L’idea di una alleanza democratica per fare una legge elettorale è una cosa, l’idea di mettere insieme centro e sinistra estrema per governare è altra cosa, ed è oggi irrealizzabile, anche considerandola, e io non lo credo, opportuna per battere Berlusconi. Per quel che contano i nostri giudizi, credo che il Psi debba concordare su questo punto c0n Casini, con Letta e Follini, così come su Pomigliano debba concordare con Ichino. Con chiarezza saremmo anche meglio considerati dai nostri interlocutori.

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