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Del Bue confermato in segreteria nazionale del Psi: “La mia posizione politica di socialista liberale”

21 Ottobre 2010 1.113 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ieri la Direzione nazionale del Psi ha eletto la nuova segreteria nazionale dopo il congresso nazionale di Perugia. Ne fanno parte, tra gli altri, Bobo Craxi, Roberto Biscardini, Marco Di Lello, Lello Di Gioia, Rita Cinti Luciani e alcuni altri. Del Bue, nel suo intervento, ha sottolineato, come “nessuno a parole voglia le elezioni ma tutti ragionino in termini pre elettorali, parlando quasi esclusivamente di alleanze e di nuova legge elettorale”. E così ha continuato: “Quel che mi pare paradossale è la proposta di costituire un governo per fare una legge elettorale, cioè un governo di “scopo”, come l’ha definito Vendola in accordo con Bersani. La legge elettorale è prerogativa del Parlamento e non si fa un governo per una legge. Si fa un governo per governare il Paese. L’altro paradosso è costituito dal fatto che tutti affermino che l’emergenza è l’economia, mentre invece un nuovo eventuale governo dovrebbe occuparsi d’altro. Il Parlamento potrebbe approvare una legge a maggioranza anche senza i voti del Pdl e della Lega (certo a quel punto cadrebbe il governo e si andrebbe diritto a nuove elezioni), ma dubito che sia poi così facile trovare un testo condiviso. Il modello tedesco? Ma il Pd sa che col modello tedesco svanirebbe questo bipolarismo coatto che serve a tenerlo unito? Noi dobbiamo tornare in Parlamento, è giusto ed opportuno. Come forza extraparlamentare non abbiamo ascolto. Ma la nostra politica deve tentare di conciliare questo obiettivo con la coerenza delle nostre impostazioni. Noi non viviamo solo perchè siamo socialisti europei, viviamo perchè crediamo che alcuni capisaldi del vecchio Psi siano ancora attuali. Vedo che in alcuni compagni si è fatta strada l’idea che la globalizzazione abbia ucciso il socialismo liberale, che bisogna tornare a qualche forma di integralismo socialista, che occorra riprendere i contatti con i movimenti, con la protesta, anche la più sconclusionata. Io penso invece che il fenomeno della globalizzazione non smentisca le nostre intuizioni, ma sconfessi ogni forma di neo integralismo. Come nel 1985, quando sfidammo la sinistra ufficiale, la componente comunista della Cgil e il Pci berlingueriano, sulla scala mobile, per contribuire a battere l’inflazione, anche oggi è giusto sfidare la sinistra integralista che non difende il lavoro, vera priorità dell’Italia e dell’Europa. Pomigliano non è il decreto di San Valentino, ma al posto dell’accordo a Pomigliano non ci sarebbe più un’unità produttiva e la nostra Costituzione, a proposito di diritti così sbandierati, mette al primo posto il diritto al lavoro. Quel che accomuna lotta all’inflazione e governo della globalizzazione è l’esigenza, allora come oggi, di un patto sociale tra lavoro e imprese, mentre oggi si rivela più forte l’internazionalizzazione della politica economica. Oggi lottare per i diritti dei lavoratori cinesi è certo più rilevante e dalla conseguenze più marcate che non lottare per le assenze (vere o presunte) dei lavoratori di Pomigliano. Vedo che in molti si sono oggi disamorati di Vendola, che invece sposa le ragioni della Fiom. Io che non mi sono mai innamorato, prevedevo che Vendola, che è pure leader autentico e innovativo, avrebbe assunto posizioni inconciliabili con le nostre su questioni fondamentali. E non vorrei che il sol fatto che i sondaggi lo danno oltre il 4% costituisca  una tentazione per alcuni nostri compagni, soprattutto in qualche regione d’Italia, per fatali attrazioni elettorali. Credo che noi non dobbiamo costruire un partito alla sinistra del Pd, come qualcuno ha detto. Perchè lo dovremmo fare? E su cosa? Sulla laicità, sì, perchè il Pd non è laico, troppo influenzato dalla presenza di una forte componente cattolica. Ma sulla politica internazionale no. Non sono d’accordo sul ritiro unilaterale del nostro contingente dall’Afghanistan e sono contrario alle solite trite dichiarazioni di disimpegno ogni volta che viene colpito a morte un nostro soldato. Si tratta di dichiarazioni che vanno proprio a rafforzare le ragioni degli attacchi contro i nostri. E sull’economia dovremmo sostenere posizioni che vanno contro quelle della parte più seria e responsabile del Pd? Contro le intuizioni di Ichino e quelle di Marco Biagi? No. E sulla giustizia non siamo stati proprio noi, assieme ai radicali, a presentare una proposta di legge per la separazione delle carriere dei magistrati e lo sdoppiamento del Csm? Dobbiamo costruire un partito che è collocato tra Pd e Udc, tra sinistra democratica e centro riformista in un’alleanza che difficilmente andrà da Casini alla Fiom. Ho ascoltato Blair in televisione e vi ho trovato la nostra storia, le nostre identità, oltre a una grande stoffa da leader, oggi purtoppo in disuso. Il funerale al socialismo liberale lo lascerei fare ad altri. Io aspetterei a farci del male.

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