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A proposito di Libia: adesso è ritornato l’anchismo…

24 Marzo 2011 1.014 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Quanti luoghi comuni, quante contraddizioni e anche illogicità si sentono a commento dell’intervento armato a difesa dei civili e degli insorti su mandato dell’Onu in Libia. Già ho trattato l’argomento del cosiddetto pacifismo di destra, tutto imperniato sui danni che all’Italia questo l’intervento potrebbe recare ( i profughi, i clandestini, il prezzo del petrolio) e assolutamente insensibile rispetto al tema dei diritti del popolo libico, il primo dei quali a non essere massacrato. E’ invece riemersa ancora la cosiddetta storia dell’anchismo. Insomma si dice, se è vero che Gheddafi è un tiranno se è vero che è in corso una repressione crudele, perchè allora non attacchiamo anche lo Yemen, e se si tratta di attaccare tute le dittature perchè non lo facciamo anche con l’Arabia Saudita, o addirittura, come qualcuno ha assurdamente asserito, anche la Cina? Tutto questo modo di ragionare serve, in sostanza, per giustificare il fatto che non si deve far nulla per nessuno. Siccome tutte le possibilità citate sono assolutamente impraticabili e in molti casi neppure giustificate (se mai muovesse guerra in tutte queste direzioni gli stessi che oggi ci invitano provocatoriamente a farlo si opporrebbero ancora come maggiore forza), allora non si dovrebbe intervenire neppure in Libia. Bel modo di ragionare davvero. Ma anche in questo modo di ragionare c’è un sottointeso. E cioè: noi (l’Onu attraverso Francia, Stati Uniti e parzialmente l’Italia) interveniamo, in realtà per interesse economico, per il petrolio e non per i diritti. Ecco allora perchè lo facciamo, solo in Libia e non altrove. Peccato che il petrolio ci sia anche altrove, dove non interveniamo, appunto lo Yemen e l’Arabia saudita. E peccato che in Egitto e in Tunisia, dove i quasi dittatori Ben Alì e Mubarak si sono comportati in modo diverso da Gheddafi, non siamo invece intervenuti perchè non ce n’era bisogno. L’accusa poi diventa anche contraddittoria. Perché nello stesso tempo in cui si accusa l’Occidente di attaccare Gheddafi per interesse, lo si accusa di averlo per troppo tempo difeso e vezzeggiato per interesse. Due opposte annotazioni impossibili da stigmatizzare per il vecchio principio aristotelico della non contraddizione. Anche l’assurda contrapposizione tra difesa degli interessi e difesa dei valori è inconsistente. Anche il Piemonte fece l’unità d’Italia per interesse, ma l’unità fu in sé una buona cosa. Difendere i nostri interessi nazionali non è un reato, soprattutto se si sposa a buone cause civili. Mi pare che questo sia il caso. Adesso anche l’Italia deve fare autocritica, per la debolezza della propria posizione, per l’oscillazione dei propri comportamenti, per lo scarso peso che il governo ha esercitato nelle decisioni dell’Onu. Una volta il ministro degli esteri era Nenni, poi Moro, poi Andreotti, adesso c’è Frattini….

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