Onorevoli commenti su Forza Reggiana (22 gennaio 2012)
“Che domenica bestiale”, per usare le parole di una vecchia canzone. La Trenkwalder gioca alle 12 al palasport e non si può mancare al derby con Piacenza della capolista biancorossa. Alle 14 e 30 si deve poi essere presenti allo stadio per un Reggiana-Benevento che dovrà svelarci le reali possibilità della truppa granata guidata dal tandem Zauli-Lanna. Facciamo un po’ i conti. Il basket finirà alle 13 e 45 circa, si esce, si prende l’auto e si arriva allo stadio alle 14. Forse ci sta anche un piatto di tortelli verdi al Condor e in quel caso, se Janni e Lauro si mettono di buona lena, si arriva allo stadio alle 14 e 20, 14 e 25. Se devo anche andare a prendere Romano non ci sto dentro. Allora faccio venire Romano con me al palasport e gli faccio pure mangiare i tortelli al Condor (la variante di zucca è ammessa). Così si arriva puntuali. Vedremo. Anche perché, prima, (diciamo alle nove ) anticipo il footing domenicale con Franco Boschini, che deve andare anche lui allo stadio nel settore distinti per le 14 e 20, ammesso che la moglie gli cucini qualcosa. Se no, lo portiamo con noi al Condor. Che domenica bestiale, col cronometro in mano. Una domenica di sport da velocisti. L’unico intralcio potrebbero essere i supplementari del basket. In questo caso solo i biscotti dell’ex Giglio.
Non ci deve essere due senza tre
Dopo le vittorie con Pavia (stiracchiata e anonima) e Monza (bella e convincente) la Reggiana è chiamata alla prova del tre. Fu vera gloria? Dopo le due vittorie mangoniane con la Spal e con la Tritium la domanda fu la medesima e la risposta fu negativa perché arrivarono quattro sconfitte di fila. Oggi arriva il Benevento, une delle grandi favorite della vigilia, e il test si rivela così decisivo. Si può dire: il Pavia e il Monza sono candidate naturali alla retrocessione o al massimo ai play out. Non abbiamo sconfitto corazzate inaffondabili, per parafrasare drammi recenti. Anche perché di corazzate inaffondabili non ce n’è in Lega pro. E purtroppo neanche nei nostri mari. Basta uno scoglio. E un capitano… poco coraggioso. I nostri capitani saranno coraggiosi oggi? Diciamo subito che il coraggio e la prudenza anche nel calcio devono essere sempre incollati. Se no si rischia l’affondamento in stile Ternana. E Zaulilanna lo sa. Lui che finalmente ha detto con chiarezza che Alessi è una punta. Che è come dire che il capo di una nave deve stare “a bordo, cazzo…”. E che Rossi deve giocare sempre e che Arati non è un terzino, che a calcio si gioca in undici e che tutti i gatti nella notte sono bigi e che trapattonianamente non devi “mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Che tra tutti i proverbi è quello che rivela la più truce propensione all’antianimalismo. Neanche il Trap ci ha mai spiegato perché dev’esserci qualcuno che va a caccia di gatti…
Zaulilanna e la favola di Biancaneve
Adesso sembra facile guardarsi allo specchio come la principessa e scoprirsi il più bello. Non è che Mangone fosse la strega cattiva. Ma insomma. I giornali pubblicano foto di giocatori sereni e allegri che si allenano volentieri, che portano i figli sulle ginocchia e salutano i padri felici e orgogliosi di loro, che mangiano pizze in compagnia con le mogli. Un gruppo vero. Un quadro idilliaco. E prima? Ma se avevano notizie di tipo opposto perché non le hanno pubblicate? A me non piacciono i detrattori del giorno dopo. Anche perché fino alla partita di Lumezzane, e anche subito dopo, non ho letto un solo articolo che chiedesse esplicitamente il cambio del mister. E anzi ho sentito alcuni commentatori che ne chiedevano addirittura la riconferma, vaticinando presagi infausti in caso di esonero: abbandono di Corsi, giocatori viziati che venivano immeritatamente premiati, retrocessione quasi certa. Forse allo specchio continuavano a vedere la vecchia strega come la più bella? Ma non si accorgevano che finivano per tirare addosso proprio a Corsi? Perché se la Reggiana era così scarsa e la colpa non era di Mangone, allora era tutta di Corsi, che aveva acquistato giocatori indecenti. Pazienza, la logica non è solo un optional in politica, ormai lo è anche nel calcio. Zaulilanna, l’allenatore centauro, non sarà Biancaneve e Barilli il principe azzurro, ma almeno noi non siamo più tanti Brontolo che pensano che sia tutto sbagliato solo perché Alessi non è un mediano e Arati non è un terzino e Rossi deve giocare e Calzi non è un regista, ma un mediano d’urto. Noi che non abbiamo mai capito nulla di calcio adesso possiamo anche pensare di aver avuto ragione. E’ vera gloria? Ma sì, col Benevento l’ardua sentenza
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