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Venerdì 24 febbraio (ore 17 e 30, sala del Centro Papa Giovanni XXIII, via Prevostura) si parla di Giovanni Zibordi

21 Febbraio 2012 1.878 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il primo libro su Giovanni Zibordi, il grande socialista riformista, amico di Camillo Prampolini, che fu primo direttore de “La Giustizia” quotidiana a partire dal 1904, è quello scritto da diversi storici a cura di Luigi Cavazzoli e Luigi Gualtieri (“Giovanni Zibordi, un socialista riformatore”) e che verrà presentato venerdì alla sala del Centro Papa Giovanni XXIII (Via Prevostura 4, Reggio Emilia) con inizio alle ore 17 e 30. L’incontro sarà aperto da Mauro Del Bue e vi parteciperanno i due autori. Hanno anche annunciato la loro presenza il presidente del Centro Camillo Prampolini Giuseppe Amadei, il direttore de L’Almanacco, rivista di studi storici socialisti, Nando Odescalchi, nonché il presidente e il direttore di Istoreco Mirco Carrattieri (che è anche tra gli autori dell’opera) e Nando Rinaldi, oltre ad altri storici e uomini di cultura reggiani e mantovani. Giovanni Zibordi (nato a Padova nel 1870), da una famiglia di Poggio Rusco (Mantova) e che da adolescente si trasferirà nel paese d’origine della famiglia, fu un uomo di cultura (allievo di Giosuè Carducci all’Università di Bologna), giornalista, uomo politico. Arrivò a Reggio nel 1904 (dopo aver diretto il periodico mantovano “La nuova terra”), per dirigere l’edizione quotidiana de “La Giustizia” (quella domenicale era diretta da Prampolini) e assunse subito un ruolo politico di rilievo nel laboratorio riformista reggiano. E’ consigliere comunale a assessore e nel 1915 subentra a Massimo Samoggia alla Camera dei deputati nel collegio di Montecchio. Profondamente convinto del metodo riformista si contrappone però al congresso del Psi 1912 sia alle tesi massimaliste di Mussolini, sia al riformismo di destra di Bissolati e Bonomi, che poi saranno espulsi dal partito e fonderanno il Psri (Partito socialista riformista italiano). Neutralista durante il primo conflitto bellico, nel 1919 viene confermato deputato. Dal 1912 al 1921 capeggia il riformismo reggiano sostituendo per alcuni congressi lo stesso Prampolini. Nel 1922 aderisce al Psu (Partito socialista unitario), dopo l’espulsione dell’ala riformista dal Psi avvenuta a pochi giorni dalla marcia su Roma. Nel 1921 è oggetto di un’attentato per le due prese di posizione contro alcune autorità locali che giudicava complici delle azioni fasciste, e lascia Reggio, si trasferisce prima a Roma e poi a Milano, dove dirige il periodico Cuore, e si dedica all’attività giornalistica e letteraria. Poi è a Bergamo dove vive la sorella. Muore il 30 luglio del 1943, cinque giorni dopo la caduta di Mussolini.

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