Terremoto (politico) in Emilia
Sorpresi? Mica tanto. Già alle elezioni regionali il risultato dei grillini era stato in Emilia-Romogna particolarmente significativo. E adesso, con il trionfo di Parma e di Comacchio e il sostanziale pareggio di Budrio, l’interrogativo deve trovare una risposta. Perché questo movimento attecchisce soprattutto qui, nelle nostre terre? Perché addirittura aggrega così ampi spazi elettorali, con candidati che a Parma raggiungono il 60 e a Comacchio sfiorano il 70%? Possiamo trovare una risposta, ma solo parziale, nel sostanziale appoggio del centro-destra al candidato del movimento Cinque stelle nella terra di Maria Luigia. Si sa, meglio che vinca un intruso che il tuo avversario storico. Ma questa spiegazione, da sola, non basta. Anche perché il centro-destra non è assolutamente in grado di ordinare alcunché al suo elettorato, oggi peraltro dissoltosi nelle nebbie della crisi nazionale del Pdl a cui si è aggiunta la protesta nella città di Parma per la sua giunta sepolta dagli scandali. Quel che accade oggi non può nemmeno essere messo solo in relazione con la crisi della Lega nord. Il fenomeno Grillo è diverso. Collegato alla prima Lega solo dalla protesta nei confronti della politica romana. La diversità tra Lega e Grillini sta nella opposta collocazione politica. La Lega era fenomeno sostanzialmente di destra, anche se parzialmente trasversale. Univa antipolitica a valori quali l’ostilità nei confronti degli emigrati, la insofferenza alla questione meridionale, la difesa dei ceti sociali produttivi troppo oberati dal fisco. Il nuovo movimento è invece sostanzialmente di sinistra, e propone un radicalismo ambientalista, un antiberlusconismo viscerale, un pacifismo generalizzato, un rinnovamento generazionale profondo. Valori questi ultimi che possono attecchire facilmente nell’elettorato di sinistra. La prima Lega e il grillismo sono apparentati dall’antipolitica, ma opposti sui valori e programmi, anche se Grillo ha ostentato anche opzioni trasversali, come sui temi del fisco e sulla criminalizzazione di Equitalia, che possono essere apprezzati anche da chi proviene dal fronte opposto. In questo si può trovare la spiegazione del maggior livello di radicamento del grillismo in Emilia-Romagna rispetto ad altri territori. E’ la sinistra, che qui ha storicamente governato, ad essere sul banco degli imputati e a mostrare il fianco. Perchè l’Emilia-Romagna lo mostri in dimensioni ben superiori alla Toscana e all’Umbria, che sono state anch’esse da sempre dominate da identica posizione politica, è problema che dovrà essere attentamente valutato. Avanzo solo due ipotesi: la consistenza della crisi economica nel settore della piccola impresa (che ha investito anche il movimento cooperativo), mentre nelle crisi precedenti essa era stata la sola a salvarsi, il diverso approccio tra Pd e potere locale. Si dovrà trovare il modo di discutere di tutto questo, io credo, perché non penso affatto che Reggio Emilia sia è fuori da questo terremoto.
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