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In nome di Allah uccidono e distruggono tombe

29 Luglio 2014 984 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

L’esplosione della moschea delicata alla tomba di Giona, profeta dell’ebraismo, riconosciuto dal cristianesimo, ma anche dalla religione musulmana, che gli dedica l’intera decima sura del Corano, è l’ennesimo atto di violenza perpetrato dall’integralismo islamico. Fa venire il mal di testa comprendere le differenze di teoria e di culto in cui è diviso il mondo musulmano. Ma una cosa accomuna gli estremisti: colpire, distruggere, annientare le altre tendenze, raderle al suolo, affermare la loro, in una lotta a coltello contro le altre religioni e contro tutte le altre e diverse letture del Corano. Quello che è avvenuto in queste ore a Mosul, nell’Iraq controllato dagli zeloti del Nuovo Califfato, è un grido di guerra contro tutte le altre interpretazioni, da quelle sciite a quelle sunnite moderate, presenti nel mondo arabo.

Non è la prima. Secondo la loro fede i fanatici dell’Isis, che combattono gli sciiti, e qualsiasi altra impostazione della religione islamica, i luoghi di culto imperniati sulle tombe dei profeti, sono sacrileghe. I morti non sono puri e non vanno venerati. Culto e venerazione spettano solo a Dio e non agli uomini e nemmeno ai profeti. Si ripete la vecchia lotta all’iconoclastia, al culto delle immagini. Radono al suolo i ricordi, anche quando sono opere d’arte e luoghi frequentati da fedeli d’ogni dove. Radicali, salafiti, jjihadisti contestano la legittimità di questi luoghi. Nell’Ottocento distrussero le costruzioni attorno alla tomba di Maometto alla Medina. Oggi si dedicano a continuare l’opera.

A Erbil, zona curda, i cristiani sono i più perseguitati da questi folli assertori dell’integralismo islamico. In migliaia hanno abbandonato la città, quei pochi che sono rimasti sono stati costretti a convertirsi alla religione musulmana minacciati, in caso contrario, di morte. Il regime instaurato dall’Isis è tra i peggiori della storia, ricorda quello dei talebani in Afghanistan. Ma anche quello dominato dall’Inquisizione cattolica del Seicento. Un balzo all’indietro di oltre quattrocento anni. Prima dell’illuminismo, del romanticismo, della rivoluzione francese, delle grandi scoperte scientifiche del novecento. Un mondo che ritorna nel suo aspetto più crudo e violento, intollerante e oscuro. Nessuno può far finta di niente. Noi siamo eredi dei grandi principi della rivoluzione liberale e del messaggio di amore del cristianesimo che il socialismo ha tentato di trasporre nella politica anche prima di Marx. Il buio del medioevo riappare, è già successo nel novecento, con il nazismo e lo stalinismo, ed ha insanguinato l’Europa. L’Occidente appoggi tutti i moderati che combattono il progetto del nuovo Califfato e si battono per la pace e la tolleranza.

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