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Pisapia il nostro Corbyn?

11 Giugno 2017 767 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Scrivo un fondo tutto da contestare. Esprimo solo la mia opinione, fuori dal coro. Come sempre. Mi aspetto reazioni a catena. Corbyn ha perso le elezioni in Gran Bretagna meravigliosamente. Si é trattato di una magnifica sconfitta. La May ha ottenuto una deprimente vittoria. Se togliamo gli aggettivi, però, la May ha vinto e governerà sia pure in coalizione, e Corbyn ha perso e starà all’opposizione (e tutto sommato per lui ë meglio così). Essere noi, partito invisibile, a criticare il leader del Labour, che ha ottenuto il 40 per cento dei consensi, fa ridere. Però io commento e ragiono di mia testa. E per me due più due fa ancora quattro.

Aggiungo un’ulteriore considerazione. Forse la leadership di Corbyn, contrariamente a quella di Blair, ha raggiunto il massimo consenso possibile. Assai arduo infatti é dilatare l’influenza della sua politica e del suo programma oltre il 40 per cento e arrivare alla maggioranza assoluta o addirittura al 65 per cento ottenuto da Blair in occasione della sua seconda elezione. Corbyn ha certamente approfittato della crisi di credibilità dei conservatori dopo le dimissioni di Cameron, a seguito della sconfitta del Remain. Non dimentico però, lo ricordo ai novelli corbiniani, che il leader del Labour si schierò a favore della Brexit, contrariamente alla maggioranza dei deputati laburisti e aggiungo anche che il suo programma, fondato sulle nazionalizzazioni, mi pare contrasti tutte le recenti elaborazioni del riformismo europeo.

Pisapia ci comunicherà il suo progetto il primo di luglio. Lo ascolteremo con grande interesse. Anche Pisapia si trova tuttavia alle prese col solito dilemma che ha sconvolto la sinistra. E cioè se contribuire a costruire una soluzione di governo, oppure puntare con gli altri partiti di sinistra a una magnifica ed entusiasmante sconfitta alla Corbyn. Dovrà scegliere, soprattutto alla luce delle norme elettorali (pare sia adesso tornato di moda l’Italicum due), se costruire una lista solo sua, ed eventualmente anche dei socialisti, radicali e verdi, oppure perdersi nel piccolo mare ove navigano le imbarcazioni degli scissionisti e dei reduci vendoliani. La soluzione Corbyn é affine alla seconda, quella Macron (europeista convinto e non euroscettico) alla prima. Non svelo quale preferisco, se non l’avete capito..

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