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Una risposta a molte cattiverie ….

1 Novembre 2017 3.142 views One CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

L’ex segretario del Pci reggiano, e caro amico personale, mi attacca violentemente per il mio pezzo sul Politecnico. Gli ho gentilmente risposto così:

Caro Vincenzo, so che tra noi c’é amicizia e affetto, anche se non traspaiono da parte tua in uno scritto che non appartiene, per stile, alla storia dei nostri rapporti. C’é perfino da dubitare che sia espressione della tua autentica volontà. Tralascio dunque le offese (logorroico, narcisista ecc.) e anche quel clima da revival di un confronto di trent’anni fa che induce al sorriso. Ti conosco e so che ogni tanto preferisci alzare i toni. Così io li abbasso. Non mescolo le mie opinioni sul Politecnico e quelle sulle prossime elezioni politiche (che c’entrano non l’ho proprio capito). Ti ricordo solo che ho abbandonato un seggio alla Camera del deputati, con riconferma certa, per aderire alla Costituente socialista e al centro-sinistra. Che non é atto di eroismo, ma almeno di disinteresse alla poltrona, questo sì. E vengo al tema. Tu difendi il Politecnico, ma non entri nel merito. Che cos’é un Politecnico, a cosa serve, come si presenta, quale rapporto deve avere con l’Università? Ti basta la parola e se al mio provocatorio minimalismo ho dato spiegazione al tuo massimalismo non c’é motivo. Un Politecnico non é un disegno. Non é una suggestione. Non è un sostantivo. Non é il disegno di un’astronave perché semmai un istituto del genere si compone di un’insieme di piccole sedi decentrate, come avviene nelle città dove esiste. Non é una suggestione, perché si concretizza in uno sforzo politico, amministrativo ed economico di notevole portata. Non é un sostantivo che va invece spiegato e motivato e non solo declamato. La mia opinione (l’avevo manifestata anche ai tempi di Calatrava, quando proposi di affidargli il progetto delle piazze di Reggio) é che stiamo ancora trascurando il centro-storico, che non prestiamo attenzione alle piccole cose. Per questo parlo di minimalismo. Perché non mi piace parlare dei grandi progetti se non riesco a risolvere i piccoli problemi. Quest’estate per via di un bando in ritardo abbiamo fatto rinsecchire il verde delle piante. Ti sembra una stupidaggine? Ma lascio perdere e ti saluto con amicizia, sperando di potere continuare con te un rapporto che si é sempre caratterizzato da stima reciproca, e trascurando uno sfogo che non é mai stato tuo… mauro

One Comment »

  • Antonio Tallarita said:

    Grande lezione di vita. Abbassare i toni per lasciare spazio e continuità al dialogo.

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