Uno sguardo sul voto
Facendo due conti sui comuni capoluoghi di provincia emerge che il centro-sinistra, per ora, ha confermato solo Brescia (a Trapani ha vinto una coalizione civica appoggiata anche dal Pd). Una bella vittoria di un bravo sindaco e di una giunta apprezzata. Ma ha perso Catania, Vicenza e Treviso. Era forse preventivabile, ma é avvenuto. La situazione più preoccupante continua a verificarsi nelle regioni che dovremmo cominciare a definire ex rosse: Emilia-Romagna e Toscana. Nel comune di Imola per la prima volta la sinistra è costretta a un complicato ballottaggio che si impone anche a Pisa, Siena e Massa. A Sondrio il centro sinistra, che reggeva il comune, è costretto al secondo turno, mentre a Terni il ballottaggio è tra centro-destra e Cinque stelle. Vedremo tra quindici giorni i risultati definitivi, ben sapendo che i ballottaggi sono sempre un rischio piuttosto alto per il Pd e il centro-sinistra. Oggi più alto che mai alla luce dell’alleanza di governo tra Lega e Cinque stelle.
Nelle elezioni comunali é pressoché impossibile fare calcoli sulle percentuali dei partiti che si presentano spesso sotto forma di liste civiche. Il dato del centro-sud tuttavia conferma una robusta messe di voti a vantaggio della Lega, che non è più né solo un partito nordista, ma neanche solo un partito d’opinione. Ne é testimonianza, tra gli altri, il dato di Terni col partito di Salvini di gran lunga sugli altri. La Lega esce da queste comunali particolarmente rafforzata e d’altronde i segnali che giungono dal fronte governativo sono tutti di origine salviniana, coi Cinque stelle subalterni (vedasi la vicenda della nave Aquarius) e si dice anche piuttosto divisi. Non stupisce però che il movimento di Di Maio arretri a livello amministrativo. Il voto dei Cinque stelle é totalmente d’opinione. Accadeva ieri, è accaduto anche domenica.
Se alle elezioni politiche si é assistito a un successo leghista e pentastellato, alle elezioni comunali di domenica può, per ora, cantar vittoria il centro-destra. In entrambi i casi il successo arride alla Lega che può comprar pane in due forni, esultando cosi in entrambi i casi. Il centro-sinistra esce ammaccato, non distrutto, ma certo piuttosto penalizzato. Il solo partito esistente in quell’area resta il Pd. Non esiste più una coalizione, al contrario di quella opposta di centro-destra, ma solo un partito. Questo inevitabilmente influisce sull’andamento del voto e non bastano improvvisate liste civiche di supporto a colmare il disavanzo. Anche questo dato elettorale impone una seria e urgente riflessione sulla rifondazione del centro-sinistra, o verso una sua prospettiva plurale o verso la nascita di un nuovo contenitore politico che superi l’esistenza stessa del Pd. Sarebbe ora di cominciare a parlarne.
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