Bocciati
Si sapeva. Solo gli stolti non l’avevano previsto. Credo che perfino i vice presidenti e il loro subalterno presidente lo abbiano messo nel conto. La Commissione europea ha bocciato la manovra italiana invitando l’Italia a riformularla nel giro di tre settimane. Secondo il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis “Il Governo italiano sta apertamente e coscientemente andando contro gli impegni presi verso se stesso e verso gli altri Stati membri». E ancora: «L’Europa è costruita sulla cooperazione, l’eurozona è costruita su stretti legami di fiducia» con «regole che sono le stesse per tutti»; quindi «se la fiducia viene erosa, tutti gli stati membri vengono danneggiati, la nostra Unione viene danneggiata».
Gli impegni dell’Italia erano riferiti allo 0,8 di deficit sul Pil per il 2019, poi emendato con l’accordo tra Tria, Draghi e Junker secondo il quale non si sarebbe superato l’1,6. Si é andati al 2,4, con nove miliardi sul reddito di cittadinanza e 7 sulla riforma della Fornero. Dunque con un forte aumento della spesa corrente e non già degli investimenti sui quali già in passato l’Italia aveva ottenuto margini di tolleranza. Adesso comincia un braccio di ferro, come avevo scritto ieri, con lo spread che continua ad aumentare (oggi sfiora i 330) e con i mercati che cominciano a innervosirsi. Fino a oggi sono stati gettati al vento oltre 70 miliardi di euro. Eppure i cittadini, per ora, vedasi le elezioni in Trentino, non cambiano idea e premiano la Lega (non i Cinque stelle).
Quel che risulta impossibile é una solidarietà della destra sovranista europea. Questo Dombrovskis é a capo di un governo lettone di centro-destra appoggiato dai nazionalisti. Eppure é stato il più duro nel giudicare la manovra italiana. La stessa cosa ha fatto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, uomo del fronte conservatore dei popolari, che sull’immigrazione la pensa più o meno come Orban e Salvini, il quale ha dichiarato che l’Austria non pagherà i debiti dell’Italia. D’altronde anche sull’immigrazione il fronte di Visegrad é il più fermo oppositore a cambiare il trattato di Dublino che danneggia il nostro paese. Tutto ha una logica. La pratica sovranista comporta la tutela esclusiva dell’interesse nazionale e non di quello comune ai paesi membri. Così l’appello di oggi di Salvini a lasciare che ogni paese scelga la propria strada é la palese dimostrazione della ricerca di rompere definitivamente ogni vincolo comune. Se il governo italiano non tratta e non media con l’Europa, come ha fatto responsabilmente Tsipras in Grecia, altro non c’è che abbandonare il tavolo con un’Italexit dalle conseguenze disastrose per noi. Speriamo che qualcuno nel Belpaese ritrovi il cervello.
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