E’’ scomparso all’età di 93 anni un guerriero integerrimo della libertà. Mauro Mellini, avvocato, più volte parlamentare, membro laico del Csm, storico esponente del Partito radicale, concepiva ogni sua battaglia come un dovere morale. Si gettava a capofitto con l’arma della parola e dello scritto anche quando si trattava di sfondare muri. Perché le lotte più sono difficili più sono appassionanti. Come non ricordarlo al fianco di Marco Pannella e Gianfranco Spadaccia già a metà anni sessanta nella Lega per il divorzio, poi assieme a Loris Fortuna arruolarsi nel drappello che sostenne dall’esterno la legge di Loris e nel referendum del 1974 quelle del no alla sua abrogazione. Di quei meravigliosi anni di conquiste di libertà e di civiltà Mauro fu uno dei simboli. Con efficacia sostenne le tesi, da strenuo avvocato delle libertà, prima nella battaglia divorzista e poi in quella per la legalizzazione dell’aborto che trovò la sua apoteosi con la legge, ancora di Loris, prima approvata in Parlamento, poi nel referendum del 1981, a pochi giorni di distanza dal vile attentato al papa. Ricordo Mauro nella legislatura 1987-1992 tra i deputati più ostili alla timida legge sulla responsabilità civile dei giudici, che giudicava troppo morbida e non in linea con le attese suscitate dalla vittoria referendaria dell’autunno 1987. La legge Vassalli, aveva ragione lui, si rivelerà assolutamente inadeguata tanto che le richieste di risarcimento accolte si conteranno sulle dita di una mano. Mi morderei le dita per aver schiacciato anch’io il pulsante del si. Errori che saranno pagati a caro prezzo più tardi. Nel 1993 Mellini fu eletto al Csm e da quei banchi iniziò una battaglia, per quei tempi assolutamente impopolare, sulle garanzie degli imputati, che resterà suo leit motiv degli anni a venire. Per un periodo di tempo ci eravamo persi di vista, poi negli ultimi anni avevamo ripreso a frequentarci attraverso il web. Mi inviava ogni giorno un articolo sulla giustizia, sugli orrori giudiziari, sullo scandalo del Csm, prima del caso Palamara, sulle necessità di una organica riforma del settore. Caratteristica di Mauro Mellini, come di tutti i radicali e dei socialisti liberali, era quella di difendere sempre anche le garanzie degli avversari, cosa non comune a tutti e soprattutto non tipica di culture assolutiste, di destra e di sinistra. Mauro aveva accettato che i suoi pezzi venissero poi pubblicati sull’Avanti, di fatto divenuto il suo giornale. Gli chiesi anche di curare una rubrica intitolandola Ordinarie ingiustizie. Mi disse che non se la sentiva e che era meglio che pubblicassi i suoi articoli a mio piacimento. Da qualche giorno non li ricevevo più. Se Mauro non scrive é perché non può. E infatti dall’inizio del suo silenzio alla sua scomparsa saranno passati dieci giorni. Il tuo Avanti, caro Mauro, oggi ti ricorda come può. Ma i tuoi contributi resteranno prezioso patrimonio politico della nostra comunità e le tue idee vivranno oltre la tua morte. Te lo assicuro