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Il vaccino divide

25 Febbraio 2021 390 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Qualcuno ha parlato di nuova bomba atomica nel senso che la proprietà del vaccino dividerà il mondo in due. Personalmente penso che si tratti di un’esagerazione perché il  Covid non sarà eterno e se non scomparirà si presenterà nelle forme innocue di tanti altri virus che non abbiamo saputo estirpare, come quello del raffreddore, e meno aggressivo di quello dell’influenza che é pur sempre una malattia mortale per 8-9mila di italiani all’anno, ma rispetto alla quale a nessuno é mai venuto in mente di prendere provvedimenti. Penso invece che il corso di questa epidemia, duri ancora pochi mesi o anni, divide già oggi il mondo. Lo divide tra paesi produttori e paesi solo consumatori e tra entrambi questi e i paesi più poveri. Un’ingiustizia? Un affronto alla solidarietà? Vediamo cosa sta accadendo. La Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, ha visto sostanzialmente saltare gli accordi con Pfiffer e Moderna e da ultimo anche con Astrazeneca che avevano concordato (in che forma non appare chiaro visto che nell’accordo non erano previste penalità qualora non fosse stato rispettato) una quantità di vaccini che oggi viene più o meno dimezzata. Le ragioni? Da più parti viene avanzata l’ipotesi che il prezzo concordato sia stato troppo basso. Cioè si pensa che il vaccino, che dovrebbe essere patrimonio dell’umanità e sull’utilizzo del quale dovrebbero sorvegliare la Nazioni unite, sia un farmaco da vendere la mercato al miglior offerente. Tanto che non sono pochi coloro che, vedasi la Regione Veneto, sono ricorsi a procacciatori d’occasione che sostengono, a ragione o a torto non saprei, di poter fare arrivare milioni di vaccini a richiesta. Proprio in questi giorni l’offerta si dovrebbe accrescere di due nuovi vaccini, il Novatax, che pare ugualmente efficace, e quello della Johnson e Johnson, mentre alcuni paesi, compreso il nostro San Marino, si sono accaparrati il vaccino russo, il cosiddetto Sputnik, e alcune nazioni dell’Est stanno vaccinando utilizzando i due vaccini cinesi. In tutto questo baillame l’unica cosa certa é che quasi nessuno sta pensando ai paesi del terzo Mondo come se una pandemia facesse differenza tra paesi ricchi e paesi poveri. La globalizzazione manca, anche in campo sanitario, di una consapevolezza globale, di una scala di valori con la solidarietà, oggi oltretutto necessaria oltre che giusta, al primo posto. Come se alcuni uomini avessero più diritto alla vita di altri, come se la nostra coscienza potesse accontentarsi di salvare solo una parte di umanità. Mentre il virus contiene una sua intrinseca morale ispirata all’eguaglianza, varcando senza passaporti tutte le frontiere e oltrepassando oceani e vette le più alte, ammorbando le popolazioni più povere e quella più ricche senza distinzione. Anzi infettando in un sistema di relazioni inimmaginabili cinquant’anni fa gli uomini del pianeta. Una malattia della Tanzania può diventare virale a New York. Lo si capirà? I dati sono emblematici. Oggi il 75% dei vaccini è usato solo da dieci paesi mentre ci sono 130 nazioni, del terzo mondo, in cui non é stata inviata una sola dose di vaccino. Ha ragione la Caritas ad appellarsi alle Nazioni unite e il G7 e il G20 saranno chiamati a rispondere di questo. Una battaglia mondiale per l’equità, i diritti e la vita si annuncia all’orizzonte. Bisogna averlo chiaro. E parteciparvi con i nostri irrinunciabili valori.

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