La tassa “craxiana” di successione
Non credo che a questo si riferisse il buon Letta quando ha lanciato l’idea di approvare (esiste in quasi tutti i paesi europei) una tassa di successione almeno per i patrimoni più ingenti. Difficile infatti immaginare che a qualcuno sia accaduto quello che sta accadendo ai figli di Craxi e cioè di essere chiamati a pagare una tassa senza che sia avvenuta la successione. E dopo avere rinunciato all’eredità. Trattasi dell’ultima trovata giudiziaria sancita l’altro giorno dalla Cassazione e riferita ai 20 miliardi di lire di contributi con finalità politiche intestati a Tradati che, durante l’arresto, avrebbe confessato essere nella piena disponibilità di Craxi. Strano questo percorso dei cosiddetti e assai discutibili prestanomi dei conti del Psi. Alla fine, non si sa se di quei conti si siano serviti personalmente loro e come mai, sotto l’incalzare dei magistrati, abbiano quasi tutti pronunciato il nome tanto atteso. Ma veniamo all’oggi. Dopo una trentina d’anni Stefania e Bobo sono chiamati a rispondere personalmente di soldi mai utilizzati. Solo perché in questo caso le colpe, presunte, dei padri devono ricadere sui figli. Mai vista una roba più indecente…
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