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Il nuovo Cile di Boric

25 Dicembre 2021 392 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ha 35 anni, è il presidente più giovane della storia del Cile. Ha battuto al ballottaggio l’esponente della destra José Antonio Kast, definito il Bolsonaro cileno, che aveva goduto anche dell’endorsement di Salvini. Al ballottaggio erano finiti loro due, esponenti della sinistra e della destra più radicale. Al primo turno la coalizione che comprendeva il Partito socialista, quello della Bachelet presidente per due volte, e soprattutto di Salvador Allende, aveva optato per un candidato diverso, ma al ballottaggio, anche alla luce della suggestione evocata da Gabriel Boric con lo slogan del presidente assassinato dai golpisti di Pinochet nel settembre del 1973, che sembrava solo un tema nostalgico, di “El pueblo unido jamàs sera vencido”, ha appoggiato Boric. Al primo turno Kast era in vantaggio di oltre due punti sull’avversario ma al ballottaggio Boric ha vinto con 12 punti di vantaggio, 56% contro 44%, sapendo aggregare la maggioranza dei consensi delle diverse liste con candidati presentati al primo turno. Rispetto al passato emergono partiti nuovi, ma molto frastagliati e privi, ognuno, di un consenso adeguato. Il Partito comunista, alleato di Boric, e la sinistra socialista, anch’essa nella coalizione vincente, ottengono rispettivamente il 7% e il 4%. Il Partito democratico cristiano e il Partito socialista, alleati e sostenitori della candidatura di Yasna Provoste, non superano ognuno il 5%. Il partito di Boric, Convergentia social, supera a mala pena il 3%. Un quarto di quello che ha ottenuto un fantomatico Partito della gente e di quanto ottenuto dalla coalizione indipendente di Sebastian Sichel. Il ballottaggio assegna una vittoria netta a Boric, ma la pluralità dei partiti rappresentati in Parlamento (le elezioni oltre al rinnovo del presidente, il Cile è una Repubblica presidenziale, rieleggevano l’intera Camera e una sola percentuale dei senatori), nel quale la forza che ottiene la percentuale più alta e cioè Rinnovamento nazionale, di centro destra, non supera l’11%, renderà difficoltosa la strada per la formazione di un governo con base parlamentare certa. Anche per questo Boric ha subito parlato di unità nazionale. Lo scontro tra sinistra radicale e destra radicale ha bisogno dell’apporto dei riformisti e dei moderati. Il Cile ha riscoperto però in questo ballottaggio lo spirito degli anni passati. Le evocazioni ad Allende da un lato, e i trascorsi con Pinochet del candidato del fronte opposto dall’altro, non potevano che generare un clima da resa dei conti. Quanto pesino ancora nella coscienza dei cileni gli anni della dittatura e il golpe contro il legittimo governo di Unidad popular é dimostrato dal risultato, a sorpresa, delle elezioni del presidente e della percentuale di votanti, oltre il 55%, che ha partecipato al ballottaggio. Un dato alto per il Cile e in questo periodo anche per l’Italia.

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