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Ciao William

18 Ottobre 2022 1.532 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

William Reverberi era figlio di Gigetto. Quest’ultimo direttore, autodidatta, del teatro, William tutto dedito allo sport che aveva praticato da ragazzo e poi in qualità di arbitro di pallavolo. William Reverberi era socialista come Gigetto. Di tendenza lombardiana e di sinistra. Dal 1968 al 1974 aveva assunto la presidenza della Fipav (Federazione di pallavolo). Poi nel 1974 la guida del Coni provinciale dopo il trentennio di Virginio Camparada, a cui é intestato il campo di atletica di via Melato, e che il Coni lo aveva ricostruito (Camparada era esponente del partito d’azione) nell’immediato dopoguerra, dopo il disastro che il fascismo aveva generato. Avendo il fascismo dato così tanto spazio allo sport non dovette essere facile riprendere anche il Coni in regime democratico. Da metà degli anni settanta Reverberi, ancora giovane, si accollò l’arduo compito. In quella fase dedicò tutto il suo impegno per esaltare lo sport cosiddetto di base, quello che si pratica nei campetti di periferia, nelle palestre scolastiche, nelle piscine, negli oratori. Poi passò il timone e dagli anni novanta assunse l’incarico di presidente del Coni regionale. Lo vedevo spesso nel treno che prendeva ogni mattina. E la domenica con la sua immancabile bici da corsa ansimare con la moglie nei tornanti della prima collina. Lui sorrideva sempre anche quando faticava. Amava lo sberleffo e la presa in giro bonaria. Sempre allegramente. Lo ricordo cosi nelle centinaia di riunioni a cui partecipammo insieme. Anche ultimamente, perché non aveva mai smesso di iscriversi a quel che era rimasto del Psi. Con un sorriso. Sempre stampato in faccia.

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